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Parmigiano nel mirino? Oms: "Nessun bollino nero"

19 luglio 2018 | 18.14
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L'Organizzazione mondiale della sanità e l'Onu non sono in procinto di affibbiare un "bollino nero ai cibi con contenuti elevati di sale, zucchero o grassi, o di votare a favore di tasse per prodotti come le bevande zuccherate". Francesco Branca, direttore del Department of Nutrition for Health and Development dell'Oms, non nasconde il suo sconcerto, e una buona dose di fastidio e stupore, per le "informazioni incomplete e scorrette" veicolate in questi giorni dalla stampa italiana. "L'obiettivo dell'Oms è promuovere la salute delle popolazioni, contrastando l'epidemia di malattie croniche legate a una dieta non salute", spiega Branca all'AdnKronos Salute.

Il timore dei produttori era che, per promuovere un'alimentazione sana, si finisse per penalizzare prodotti di punta del 'made in Italy', come il parmigiano. "Il nostro - chiarisce l'esperto - è un ragionamento sull'importanza di spiegare alla popolazione il valore di una dieta sana e assicurare l'accesso ad alimenti salutari e a costi accessibili. L'Oms non condanna o criminalizza i singoli prodotti, ma raccomanda politiche che promuovano un consumo ridotto di alimenti ricchi di grassi, zuccheri e sale. C'è una responsabilità dei governi nell'influenzare e migliorare l'accesso agli alimenti sani. Su come farlo è aperta una riflessione e l'Oms guarda all'esperienza dei vari Paesi".

Dunque "è scorretto parlare di un piano dell'Oms con bollini neri sui cibi - puntualizza Branca - Il 27 settembre all'Onu a New York si terrà una riunione periodica ad alto livello, dalla quale uscirà un documento che chiederà ai Paesi degli impegni su questo tema", ovvero la corretta informazione ai cittadini sugli alimenti.

Al momento "la riflessione è aperta e guardiamo a varie opzioni che i Paesi possono adottare, con un'attenzione all'aspetto di costo-efficacia". Branca parla di etichettatura nutrizionale, "non di semafori o bollini", e di attenzione al contenuto dei nutrienti in etichetta, che deve essere "corretto e comprensibile al consumatore". Il nodo è proprio questo: come semplificare le informazioni e renderle disponibili, in modo che la popolazione possa fare scelte consapevoli? "In Australia - ricorda l'esperto - hanno adottato un sistema 'a 5 stelle', volontario, basato sul contenuto di alcuni nutrienti; in Francia un nutri-score a colori, sempre a 5 livelli, dal verde al rosso, in base al contenuto di sale, zucchero e grassi saturi; in Gran Bretagna c'è il sistema 'a semaforo'" contestato dall'Italia in sede comunitaria "e su cui si sta discutendo anche in Gb".

Le esperienze e i tentativi sono diversi, "non c'è ancora un modello ideale. Ma l'idea è quella di favorire etichettature chiare e comprensibili", ribadisce l'esperto. Il famigerato bollino nero "è relativo a un'esperienza in Cile: qui una serie di bollini neri segnalano la presenza di zucchero, sale e grassi saturi sopra soglia. E il sistema di etichette di warning si sta considerando anche in Canada. Riflessioni che possono preoccupare i produttori, ma è scorretto parlare di indicazioni dell'Oms - ripete - Non esiste alcun piano dell'Organizzazione mondiale della sanità che comporti bollini neri sui cibi. Noi daremo principi generali, che evidenzieranno l'importanza di una comunicazione corretta e comprensibile. E' auspicabile poi che i Paesi facciano un'analisi su questo tema, dialogando anche con l'industria del settore".

Da Ginevra, dunque, "nessun terrorismo sui cibi, ma un richiamo ai governi sulla responsabilità nell'indirizzare la popolazione verso scelte corrette". Quanto alla tassazione sulle bevande zuccherate, "è una misura adottata al momento da circa 40 Paesi, e valutata da Oms come costo-efficace. Da qui a dire che debbano adottarla tutti ce ne corre", conclude l'esperto.

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