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"Abolito numero chiuso a Medicina". Anzi no

16 ottobre 2018 | 11.14
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Foto Adnkronos
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Caos intorno alla vicenda del numero chiuso per l'accesso alla facoltà di Medicina. La misura è inserita nel comunicato stampa che il governo ha diffuso al termine del Cdm di questa notte ma c'è un giallo. Nel comunicato diramato ieri da Palazzo Chigi si legge testualmente "si abolisce il numero chiuso nelle Facoltà di Medicina, permettendo così a tutti di poter accedere agli studi". Al ministero dell'Istruzione però, il ministro Marco Bussetti smentisce la notizia: "Voglio essere sincero, a me non risulta" ammette, spiegando che "sarà un percorso graduale di allargamento del numero di ammessi alla facoltà".

Poi in una nota congiunta con il ministro della Salute, Giulia Grillo, il titolare dell'Istruzione chiarisce che è stato "chiesto, in sede di Consiglio dei ministri, di aumentare sia gli accessi sia i contratti delle borse di studio per Medicina". "E' un auspicio condiviso da tutte le forze di maggioranza, che il governo intende onorare" dicono i due dicasteri. A questo punto arriva la precisazione di Palazzo Chigi: "Si tratta di un obiettivo politico di medio periodo per il quale si avvierà un confronto tecnico con i ministeri competenti e la Crui, che potrà prevedere un percorso graduale di aumento dei posti disponibili, fino al superamento del numero chiuso". In poche parole il test di Medicina sarà abolito ma non nell'immediato.

Del resto, l'abolizione del numero chiuso a Medicina non è una misura di poco conto. Anzi, potrebbe avere un effetto notevole. Basti pensare che il mese scorso per contendersi 9.779 posti si sono presentati ai test d'ingresso 67.005 candidati. Giovani aspiranti dottori con il sogno di indossare il camice bianco ma che per anni si sono trovati davanti una montagna davanti: solo 1 posto per 6 candidati. Ecco perché negli ultimi anni, molti studenti hanno optato per il 'piano B', ossia la possibilità, offerta dai regolamenti, di seguire due insegnamenti di altri corsi di studio "di pari livello e di medesimo ordinamento" e quindi poter sostenere comunque due esami di Medicina pur iscritti a una altra facoltà. C'è poi chi ha optato per atenei stranieri, magari in vista di un successivo rientro in Italia.

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