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Salute: Osservasalute, italiani stanno meglio, si muore meno per malattie cuore

16 aprile 2014 | 11.58
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Roma, 16 apr. (Adnkronos Salute) - Timidi segnali positivi per la salute degli italiani, come dimostra la diminuzione della mortalità per le malattie del sistema cardiocircolatorio, i principali 'killer' nel nostro Paese. Si muore meno anche per tumori, patologie dell'apparato digerente e cause di morte violenta, ma di più per disturbi psichici e malattie del sistema nervoso. E' quanto emerge dall'undicesima edizione del Rapporto Osservasalute (2013), presentato oggi a Roma all'Università Cattolica, pubblicato dall'Osservatorio nazionale sulla salute nelle Regioni italiane che ha sede alla Cattolica di Roma ed è coordinato da Walter Ricciardi, direttore del dipartimento di Sanità Pubblica dell'Università Cattolica-Policlinico Gemelli di Roma e da Alessandro Solipaca, segretario scientifico dell'Osservatorio.

Dal 2006 al 2010 i tassi di mortalità per malattie del cuore sono passati per i maschi da 41,1 per 10 mila individui a 37,2 per 10 mila, per le femmine da 28,4 per 10 mila individui a 26 per 10 mila. Questo dato è molto positivo, evidenziano gli esperti, poiché si tratta di patologie per le quali l'attività di prevenzione gioca un ruolo centrale, per cui l'indicazione può essere interpretata come un risultato positivo del sistema.

"Tuttavia, sulla ridotta mortalità per queste malattie gioca un ruolo importante anche la disponibilità di farmaci più efficaci e il continuo sviluppo della diagnostica - spiega Solipaca - si tratta, quindi, di un successo della medicina e non degli stili di vita degli italiani che, a parte qualche incoraggiante segnale positivo, restano nel complesso scorretti". Se infatti si intravede qualche miglioramento almeno sul fronte dei consumi di alcolici e del vizio del fumo, è ancora desolante e anzi in peggioramento la forma fisica dei cittadini, sempre più grassi; aumentano soprattutto gli obesi e non fanno eccezione i bambini. Non cambia neppure la tendenza alla scarsa attività fisica, aggravata probabilmente anche dalle difficoltà 'crisi-indotte' di praticare sport in modo costante. (segue)

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