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Salute: da Beethoven a Sting, udito debole per 1 musicista su 2

17 febbraio 2014 | 14.49
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Milano, 17 feb. (Adnkronos Salute) - "Abbassate il volume o rischiate di diventare sordi come me. Senza volerlo ho contribuito a inventare e definire un tipo di musica che può danneggiare l'udito". Parlava così, nel 2006, il chitarrista degli Who Pete Townshend, lanciando alla 'generazione iPod' il suo appello-confessione. Non certo un caso isolato, il suo, se si pensa che secondo una recente ricerca audiologica condotta in Nuova Zelanda, più della metà dei musicisti adulti lamenta un deficit uditivo. E così, nella storia della musica passata e recente, sono molti i 'vip del pentagramma' a soffrire di udito debole: da Beethoven a Sting, da Phil Collins a Eric Clapton, ad artisti di casa nostra come il cantautore Gino Paoli.

Il livello sonoro di un'orchestra sinfonica a pieno regime è intorno ai 110 decibel, ben superiore al rumore prodotto dal passaggio di una metropolitana (circa 90 decibel) o da un martello pneumatico (100 decibel a una distanza di 3 metri), spiegano gli esperti audiologi che, alla vigilia del 64esimo Festival di Sanremo, hanno realizzato per Amplifon un vademecum salva-udito. E così molti musicisti, indipendentemente dal genere suonato - non solo rock, ma anche pop, jazz e classica - sono esposti al rischio di perdite uditive in occasione dei concerti, durante le prove di gruppo e negli studi di registrazione, dove fanno uso di cuffie e altoparlanti per lungo tempo.

Il paziente noto più illustre resta forse Ludwig Van Beethoven. Nonostante i problemi di ipoacusia che lo afflissero già prima dei 30 anni, continuò a comporre, condurre e suonare capolavori come la Nona Sinfonia anche dopo che fu diventato del tutto sordo. Uno studio pubblicato sul 'Bmj' nel 2011 svelò che i problemi di udito condizionarono il compositore tedesco anche nella scelta delle note. E ancora: Sting, ex leader dei Police e fra i più famosi esponenti del pop britannico, nel 1995 confessò di avere problemi di udito. "Molte persone che fanno la mia professione sono un po' sorde", disse. Nel 2003 l''outing' toccò a Phil Collins, ex batterista dei Genesis e vincitore di 7 Grammy Award e un Oscar: il musicista inglese decise di rinunciare ai concerti a causa di un grave disturbo uditivo, e raccontò che per un'infezione virale "ho perso il 70% dell'udito all'orecchio sinistro. Continuo a incidere dischi, ma ho dovuto smettere di fare concerti". (segue)

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