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Farmaci: Dompe', bene primi dati su molecola da Nobel in cheratite neurotrofica

12 maggio 2014 | 11.29
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Roma, 12 mag. (Adnkronos Salute) - Sono frutto della ricerca dell'azienda biofarmaceutica italiana Dompé e degli studi di Rita Levi Montalcini, che la portarono al Nobel nel 1986, le nuove prospettive di trattamento delle ulcere corneali in pazienti affetti da cheratite neurotrofica, patologia oculare rara orfana di cura, che colpisce meno di una persona su 5.000 nel mondo. Il fattore di crescita del tessuto nervoso rhNGF (Nerve Growth Factor ricombinante umano), prima applicazione clinica delle ricerche della Montalcini - spiega una nota - è in fase avanzata di sviluppo nello studio clinico 'Reparo', che coinvolge 39 centri in 9 Paesi europei. E in occasione dell'Arvo Annual Meeting a Orlando sono stati presentati i dati preliminari dello studio di fase I in pazienti affetti da cheratite neurotrofica moderata o grave, che ha dimostrato come rhNGF sia sicuro e ben tollerato.

Lo studio ha preso in esame 18 pazienti (7 uomini e 11 donne), affetti da cheratite neurotrofica moderata o grave conseguente a diabete, infezione oculare da virus herpes, infezioni, interventi neurochirurgici e altre patologie correlate. I soggetti reclutati nel trial, che non hanno risposto ai trattamenti medici attualmente disponibili, sono stati suddivisi in quattro gruppi: nel primo è stata somministrata la soluzione per uso topico in collirio al dosaggio di 10 µg/ml, nel secondo un semplice veicolo, nel terzo il dosaggio di 20 µg/ml e nel quarto ancora placebo. Al termine del trattamento, oltre ai risultati relativi a tollerabilità e sicurezza, in 11 pazienti è stato registrato un netto miglioramento delle condizioni corneali. Nonostante i dati siano ancora 'mascherati', e quindi non sia ancora noto quali pazienti abbiano ricevuto rhNGF e quali il placebo, è stata registrata la completa risoluzione delle lesioni corneali nella maggior parte dei pazienti, con percentuali simili nei due gruppi trattati con rhNGF a dosaggi diversi, nonché un incremento nella sensibilità corneale in circa un paziente su tre. (segue)

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