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Salute: 'blitz' in Chinatown a Milano, medici misurano pressione

12 maggio 2014 | 16.46
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Milano, 12 mag. (Adnkronos Salute) - Blitz in Chinatown a Milano. Un team di camici bianchi del Policlinico 'armati' di sfigmomanometro invaderà via Paolo Sarpi, venerdì 16 maggio a partire dalle 10, per misurare la pressione agli orientali che vivono nel 'quartiere delle lanterne rosse'. In occasione della decima Giornata mondiale dell'ipertensione, sarà questa una delle iniziative coordinate dalla Società italiana dell'ipertensione. L'obiettivo è anche quello di spiegare la prevenzione delle patologie cardiovascolari a una fetta della popolazione della metropoli, particolarmente a rischio.

"L'ipertensione in Cina è un problema di grosse proporzioni: su 1,3 miliardi di abitanti - spiegano gli esperti del Policlinico in una nota - si stima che siano a rischio 672 milioni di persone, circa una su due. Qui da noi, invece, su 61 milioni di italiani sono a rischio circa 12 milioni di persone, circa una su cinque. Ci sono diversi fattori responsabili di queste differenze tra italiani e cinesi: certamente il patrimonio genetico, ma anche l'ambiente, lo stile di vita e l'alimentazione". Il Policlinico ha un ambulatorio dedicato a questo tipo di patologie e rivolto proprio alla popolazione cinese di Milano: qui un medico madrelingua può assistere al meglio i pazienti che, un po' perché legati a una tradizione medica diversa, un po' per difficoltà linguistiche, difficilmente hanno accesso a programmi di prevenzione e cura.

I camici bianchi di via Sforza sono al lavoro per capire cosa succede quando persone con abitudini così diverse si trasferiscono in un ambiente diametralmente opposto: "Come cambia l'impatto dell'ambiente e dell'alimentazione sul loro organismo? Sono più o meno a rischio di patologie cardiovascolari? Cosa accade se l'ambiente è diverso ma l'alimentazione rimane quella d'origine, più 'orientale' e quindi più salata? E ancora, che differenze ci sono in termini di salute tra gli immigrati di prima generazione, nati in Cina, e quelli di seconda e terza generazione, nati qui in Italia?", si chiedono gli esperti che hanno anche lanciato uno studio, condotto in parallelo sia a Milano che a Shangai. I pazienti cinesi, in entrambe le città, vengono sottoposti agli stessi esami clinici e strumentali, per scoprire quali fattori influenzano maggiormente il rischio cardiovascolare in caso di immigrazione in un Paese diverso dal proprio.

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