Roma, 28 mag. (Adnkronos Salute) - Sul diabete gli italiani hanno abbastanza le idee chiare. Sanno di cosa si tratta e il 90% la giudica una malattia grave (molto grave per il 24%), il 70% sa che non è guaribile, ma controllabile. Fa paura, ma non troppo: in termini di gravità, i connazionali la posizionano al quinto posto, dopo tumori, ictus, infarto e Alzheimer. Forse per questo, non si sentono in pericolo e, anzi, adottano la 'strategia dello struzzo'. Oltre il 90% non si considera a rischio, mentre in realtà più di un terzo lo è, e oltre la metà afferma di non fare nulla per prevenire il diabete o altri disturbi a esso legati. In pratica, si mette la testa sotto la sabbia, ignorando il problema.
E' quanto emerge da un'indagine Gfk Eurisko, condotta per la Società italiana di diabetologia (Sid) e illustrata al XXV congresso nazionale che si apre oggi a Bologna. Circa 3,6 milioni di italiani (il 6,2%) soffrono di diabete, 15 milioni sono a rischio modesto, circa 6 milioni (10%) ad alto rischio. Fra questi sono più numerose le donne (65%), in particolare quelle con bassa scolarità (75%).
Sono proprio le persone più a rischio diabete - emerge dall'indagine - a non far nulla per scongiurare la malattia. Il fatalismo la fa da padrona: non fanno prevenzione il 40% dei giovani e il 32% degli anziani perché 'non ci voglio pensare', il 27% perché non si sente a rischio e gli altri perché farebbero troppa fatica a cambiare lo stile di vita. Eppure, in teoria gli italiani sono preparati, sanno che i pilastri della prevenzione sono seguire una dieta sana, non ingrassare, fare movimento. Ma solo uno su 4 ritiene che si tratti di misure efficaci. (segue)