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'Resiste' cuore italiani, ma 30 mln bocciati in stile vita

29 maggio 2014 | 16.37
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'Resiste' cuore italiani, ma 30 mln bocciati in stile vita

Roma, 29 mag. (Dall'inviato dell'Adnkronos Salute Federico Finocchi) - 'Resiste' la salute del cuore degli italiani: negli ultimi dieci anni il rischio cardiovascolare globale si è ridotto del 6% negli uomini e del 15% nelle donne, ed è rimasto stabile il numero di infarti e ictus. Merito di una maggiore consapevolezza e aderenza alle terapie disponibili, ma uno stile di vita sano resta il tallone d'Achille per circa 30 milioni di italiani. E' quanto emerge dal confronto fra i dati raccolti dieci anni fa e un'analoga indagine dell'Osservatorio epidemiologico cardiovascolare, frutto della collaborazione tra l'Istituto superiore di sanità, l'Associazione nazionale cardiologi ospedalieri e la Fondazione Per il tuo cuore, condotta su 9.107 italiani di età compresa tra i 35 e i 79 anni, presentata oggi a Firenze nel corso del Congresso nazionale di cardiologia.

Insomma, l'indagine rivela che la salute del cuore degli italiani 'tiene': in 10 anni il rischio cardiovascolare si è ridotto, probabilmente grazie alla diminuzione della pressione arteriosa e del numero di fumatori. Ma colesterolo, peso, girovita e obesità sono tutti in aumento e a preoccupare i cardiologi sono i pessimi stili di vita degli italiani che potrebbero vanificare i risultati ottenuti. Da migliorare soprattutto l'alimentazione, aumentando il consumo di pesce e verdura e limitando quello di dolci e salumi: solo un italiano su 10, appena il 7% degli uomini e il 13% delle donne, segue almeno 5 comportamenti alimentari corretti degli 8 protettivi per il cuore, svolge attività fisica regolarmente e non fuma. Discreta la salute cardiovascolare delle donne in menopausa, a rischio gli over 75: ancora troppi gli anziani sedentari, con peso elevato, che seguono uno stile di vita e un'alimentazione poco sani.

"I dati - spiega Simona Giampaoli, co-direttore per l'Iss dell'Osservatorio epidemiologico cardiovascolare - evidenziano che i valori medi della pressione arteriosa sono finalmente in leggero, ma costante calo, così come è diminuito significativamente il numero dei fumatori e delle fumatrici. Ciò dimostra che l'abolizione del fumo nei locali pubblici e la modificazione della quantità di sale nel pane e in altri prodotti confezionati, ha portato sicuramente benefici. Scende anche la prevalenza della sindrome metabolica e il diabete, pur restando molto diffuso, rimane stabile e viene tenuto meglio sotto controllo".

Tuttavia lo studio rivela non poche ombre nella salute del cuore degli italiani. Negli ultimi dieci anni, infatti, i nostri connazionali sono diventati 'extralarge': più grassi, con il girovita aumentato, i valori del colesterolo che sforano i limiti e la percentuale di obesi ormai sopra al 25% negli uomini e nelle donne. Ad allarmare gli esperti sono soprattutto le pessime abitudini degli italiani che, 'allergici' a uno stile di vita sano, rischiano di compromettere in futuro la salute del loro cuore.

"L'indagine - spiega Francesco Bovenzi, presidente Anmco - per la prima volta ha misurato le abitudini alimentari e valutato la prevalenza della combinazione di più stili di vita sani: astensione dal fumo, attività fisica e abitudini alimentari corrette, evidenziando che pochissimi sono gli italiani virtuosi che seguono almeno 7 delle dieci regole d'oro per uno stile di vita salvacuore".

Scarsa è infatti l'aderenza a tavola a uno stile di vita sano: "Solo un terzo degli italiani - spiega Diego Vanuzzo, responsabile del Centro di prevenzione cardiovascolare di Udine e co-direttore per l'Anmco dell'Osservatorio epidemiologico cardiovascolare - consuma una quantità di verdura e pesce adeguata e solo il 15% degli italiani mangia dolci secondo le raccomandazioni. Va meglio il consumo di frutta, con circa la metà degli italiani che mangia le 2-3 porzioni quotidiane consigliate, e quello adeguato di formaggi limitato a 3 porzioni settimanali. Resta inoltre alta la sedentarietà, con il 32% degli uomini e il 41% delle donne che non pratica alcuna attività fisica nel tempo libero. E' invece in calo consistente la prevalenza dei fumatori fra gli uomini (23% contro il 32% del 1998-2002) e tende alla diminuzione anche il numero delle donne (20% contro il 22% di 10 anni fa)".

Le donne sono risultate più virtuose degli uomini nel seguire le 'regole salvacuore', perfino durante la difficile età della menopausa: negli ultimi dieci anni, ad esempio, si è ridotto il tasso di sedentarietà così come la prevalenza di ipertensione, mentre sono migliorati il controllo della pressione arteriosa e del diabete. Così il rischio cardiovascolare resta relativamente contenuto, anche se preoccupano alcuni indicatori come il colesterolo, molto aumentato passando dal 36% al 51%, o la prevalenza di obesità, rimasta sostanzialmente stabile ma che riguarda quasi una donna su 3.

Ad alto rischio sono gli anziani con oltre 75 anni: l'80% ha la pressione alta, il 36% degli uomini e addirittura il 55% delle donne ha il colesterolo alto, il 27% degli uomini e il 19% delle donne soffre di diabete, il 25% degli uomini e addirittura il 37% delle donne è obeso.

Preoccupa infine la salute dei migranti: nonostante la prevalenza di ipertensione, ipercolesterolemia e diabete sia più bassa rispetto alla popolazione italiana, la maggioranza degli stranieri non è consapevole dei propri problemi di salute e non è adeguatamente trattata.

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