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Farmaci: parafarmacie, senza liberalizzazioni addio 5.000 nuovi posti lavoro

27 febbraio 2015 | 12.07
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La manifestazione a Roma contro il Ddl Concorrenza (Guarda le foto)

Farmaci: parafarmacie, senza liberalizzazioni addio 5.000 nuovi posti lavoro

"Se avessimo ottenuto la liberalizzazione della vendita dei farmaci di fascia C con il Ddl Concorrenza, subito si sarebbero creati almeno 5-6.000 nuovi posti di lavoro. Invece c'è stata solo un'apertura alle grandi catene commerciali, che sono già pronte a entrare sul mercato. E' il contrario della liberalizzazione: è creare un monopolio". Lo dice all'Adnkronos Salute il presidente della Federazione nazionale parafarmacie italiane, Davide Gullotta, in piazza Cavour oggi a Roma per protestare contro il provvedimento approvato la scorsa settimana dal Consiglio dei ministri (Guarda le foto).

"Quello che è uscito dal Cdm è vergognoso - prosegue - perché da un lato si dice ai farmacisti che non possono dispensare i farmaci di fascia C nelle parafarmacie. Contemporaneamente si dice che un non farmacista (società di capitali, catene commerciali) può diventare titolare di una farmacia. Il messaggio che passa è: se studi e ti laurei, non hai nessuna gratificazione ma solo schiaffi; se invece sei 'figlio di', puoi svolgere la professione. Un contrasto pazzesco".

Per Gullotta, "questo è l'inverso di una liberalizzazione: se tu apri al privato in un settore che è già bloccato, perché di fatto le farmacie sono a numero chiuso e c'è l'ereditarietà della concessione, stai creando un monopolio. Ieri abbiamo ottenuto l'appoggio ufficiale del Movimento 5 stelle alla liberalizzazione dei farmaci di fascia C e speriamo che arrivino emendamenti in grado di cambiare questo pasticcio epocale".

In piazza decine di farmacisti titolari di parafarmacie, in collera col Governo perché "sono almeno 7 anni che si parla di liberalizzazione della fascia C - racconta Paola Romano Di Peppe, una dottoressa di Siena - e non l'abbiamo ancora ottenuta. Noi vogliamo diventare 'farmacie non convenzionate' e soprattutto vogliamo la libertà professionale che oggi non abbiamo. Siamo farmacisti nemmeno di serie B, ma di una lettera della fine dell'alfabeto. Da 8 anni sono titolare di una parafarmacia in Toscana, ho aperto subito dopo la prima 'lenzuolata' di liberalizzazioni targata Bersani e oggi posso dire al premier Renzi: i veri rottamatori siamo noi, che otto anni fa abbiamo iniziato a scardinare un sistema vecchio di decine di anni".

"La gente oramai si fida di noi - conclude la farmacista - viene e ci chiede consigli. Se qualcuno non si fida è perché anche i medici fanno la loro parte. Noi offriamo il nostro tempo e la nostra professionalità senza essere pagati, al contrario di tutti gli altri professionisti che per un consulto si fanno pagare. Lavoro da sola, ma se ci fosse stata la liberalizzazione che ci aspettavamo, avrei assunto almeno un collega. Ma non smetterò di lottare", conclude.

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