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Farmaceutica: Ceo Roche, in Italia buoni segnali ma duro negoziare prezzi /Video

29 gennaio 2016 | 16.05
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Severin Schwan, Ceo di Roche
Severin Schwan, Ceo di Roche

"Il Governo italiano sta riconoscendo che il settore farmaceutico non genera solo costi, ma è un valore per la salute dei pazienti e l'economia del Paese". Così Severin Schwan, Ceo della Svizzera Roche, spiega i "segnali positivi e incoraggianti" che vede nel dialogo fra Istituzioni e Big Pharma nella Penisola.

L'altra faccia della medaglia, tuttavia, è che "la negoziazione dei prezzi dei farmaci con le autorità regolatorie italiane è ancora molto dura. Sono 2 aspetti che si contraddicono e fra i quali confido si possa raggiungere un corretto equilibrio", auspica il manager a Basilea, a margine della presentazione dei risultati finanziari 2015.

Schwan, austriaco, 11,95 milioni di franchi svizzeri guadagnati nel 2015 - in calo rispetto agli 11,98 mln del 2014, e rappresentati in maggioranza dalla quota variabile di compensi - sottolinea che "in Italia l'industria farmaceutica è una parte molto importante del sistema economico, con una forte quota di export". E negli ultimi tempi "da parte delle Istituzioni italiane vedo un apprezzamento per il valore dei farmaci e il loro peso sull'economia". Anche per questo "l'Italia è uno dei mercati chiave in Europa, con il quale siamo molto orgogliosi di collaborare". Nel 2015 Roche Spa, divisione farmaceutica del colosso renano in Italia, ha registrato un fatturato in crescita del 12,7% sul 2014, a 924,3 milioni di euro.

Quanto alla decisione dell'azienda di cedere il sito produttivo di Segrate, Schwan tiene a precisare che il provvedimento non è una scelta fatta sul Paese, bensì nell'ottica di una strategia internazionale. "Stiamo rivedendo la nostra rete produttiva a livello mondiale", ricorda. Quindi la vendita dello stabilimento milanese che impiega circa 380 addetti, comunicata nel novembre scorso insieme alla cessione di altri 3 siti in Irlanda, Spagna e Usa, "non ha nulla a che fare con l'Italia" in sé, con le caratteristiche del mercato 'tricolore' o le politiche adottate per il settore.

"Stiamo spostando il nostro portafoglio dalle cosiddette 'small molecules' alle large, come i farmaci biologici, gli anticorpi monoclonali" e tutte le terapie più innovative, evidenzia l'Ad della compagnia elvetica. "Si tratta di un grande passaggio che richiede impianti dedicati". Ciò detto, assicura Schwan, la volontà di investire in Italia "è confermata" come dimostra l'ultima mossa annunciata per Segrate dal Ceo e presidente di Roche Spa, Maurizio de Cicco: avviare la produzione di 2 nuovi farmaci nello stabilimento per il quale sono stati investiti 4 milioni di euro a chiusura 2015, in attesa di trovare un acquirente affidabile.

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