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Farmacisti precari, è allarme voucher

10 febbraio 2017 | 13.35
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(foto Fotogramma)
(foto Fotogramma)

"Il costante aumento del tasso di disoccupazione tra i farmacisti ha determinato il sempre maggiore ricorso a forme di lavoro atipiche, e in particolare al rapporto di lavoro accessorio il cui compenso è corrisposto attraverso i buoni lavoro, i cosiddetti voucher. In particolare l'Enpaf ha riscontrato un sensibile incremento di tale forma atipica di rapporto di lavoro tra i propri iscritti". A segnalarlo all'AdnKronos Salute è il presidente dell'Ente nazionale di previdenza e assistenza farmacisti, Emilio Croce.

L'esperto, che è anche presidente dell'Ordine dei farmacisti di Roma, condanna il trend, osservato anche se i dati in possesso della cassa di previdenza non permettono di disaggregare il numero dei farmacisti attualmente esercenti attività professionale con voucher, che rientrano nella categoria dei farmacisti esercenti attività professionale assoggettata a contribuzione previdenziale obbligatoria ulteriore rispetto all'Enpaf. "I voucher sono strumenti impropri - incalza - che i commercialisti e i consulenti del lavoro hanno suggerito a persone che non sapevano della loro esistenza e il cui impiego è gravissimo. Un iscritto a un albo professionale non può essere trattato così. E' vergognoso. C'è una sostanziale incompatibilità con l'esercizio di attività per le quali è richiesta l'iscrizione all'Ordine professionale e l'Enpaf ne contesta l'utilizzo".

Allo stesso modo Croce stigmatizza "stage e tirocini post laurea, che sono illegali. In tutti questi casi citati, ci troviamo davanti a forme improprie e mortificanti. Stiamo cercando di stroncare il fenomeno e prima si riesce e meglio è". Tutto parte "dalla crisi che ha determinato una recrudescenza del fenomeno della disoccupazione", riflette. Sebbene per i farmacisti si attesti comunque su percentuali inferiori rispetto al tasso di disoccupazione generale, pari al 12%, il dato è in aumento. Il numero di disoccupati ammonta attualmente a circa 7 mila unità, a fronte di una platea di iscritti - in costante crescita - che ha ormai superato quota 95 mila.

Anche il secondo semestre 2016 in termini percentuali ha evidenziato un leggero incremento del tasso di disoccupazione, che "dal 7,01% del mese di giugno è passato al 7,36% del mese di dicembre", rileva l'Enpaf che tiene costantemente sotto monitoraggio il dato. Parallelamente "esplode anche il ricorso a fattispecie lavorative e contrattuali 'atipiche'".

Tornando ai voucher Croce, ribadendo la "netta contrarietà dell'Ente al loro utilizzo per l'esercizio della professione di farmacista", evidenzia che "sia l'Inps, sia il ministero del Lavoro ne hanno ribadito, attraverso circolari, le finalità di emersione e regolarizzazione di attività lavorative di carattere occasionale e, visti i limiti economici di compenso, la concreta incompatibilità con l'attività lavorativa che richiede particolari qualifiche tali da motivare l'iscrizione presso un Ordine professionale. Il ricorso a tale forma di rapporto di lavoro determina inoltre un generale svilimento e depauperamento della funzione sociale che da sempre è riconosciuta alla figura del farmacista nell'ambito del sistema sanitario italiano".

Gli Ordini dei farmacisti di Roma e del Lazio "si stanno muovendo (così come l'ispettorato regionale del lavoro che ora stanno trasformando in agenzia, e l'Inps) - assicura Croce - Insieme con l'assessorato regionale al Lavoro stiamo spingendo per arrivare a una normativa unica nazionale che uniformi le regole. Lo stesso ministero del Lavoro si sta occupando della materia dell'utilizzo di forme contrattuali anomale. L'assessore Lucia Valente ha assicurato massima disponibilità per coinvolgere la Conferenza Stato-Regioni. Vogliamo che queste cose smettano di esistere e vengano ricondotte alla legalità", conclude.

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