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'Medici senza frontiere' contro il brevetto super anti-epatite Gilead

27 marzo 2017 | 15.21
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Immagine d'archivio (FOTOGRAMMA) - FOTOGRAMMA
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Un'azione congiunta a livello europeo per favorire l'accesso al super-farmaco contro l'epatite C 'targato' Gilead. L'organizzazione medico-umanitaria internazionale 'Medici senza frontiere' (Msf) ha depositato oggi un'opposizione al brevetto del sofosbuvir presso l'Ufficio brevetti europeo (Epo), "per favorire l'accesso a un trattamento a basso costo per questa malattia".

In un'azione congiunta a livello europeo 'Medici senza frontiere', Médecins du Monde (Mdm) e altre organizzazioni della società civile da 17 diversi Paesi hanno simultaneamente depositato opposizioni al brevetto sul sofosbuvir, nel tentativo di rimuovere le barriere che impediscono a milioni di persone di ricevere il trattamento.

Un'azione "di cui potrà beneficiare anche l'Italia", dove al momento si stimano circa 500.000 casi di epatite C, spiega Msf. "Con circa 80 milioni di persone in tutto il mondo affette da epatite C, il trattamento dovrebbe essere disponibile a chiunque ne abbia bisogno indipendentemente da dove vive, Europa compresa", ha detto Isaac Chikwanha, consulente medico sull'epatite C per la Campagna per l'accesso ai farmaci di Msf.

"Il prezzo del sofosbuvir - ha aggiunto - sta tenendo il trattamento fuori dalla portata di milioni di persone che ne hanno bisogno e in tutto il mondo il trattamento viene razionato o semplicemente non è disponibile. Accade anche nei Paesi dove Msf opera, come la Russia, e in molti altri Paesi a medio-reddito tra cui la Thailandia e il Brasile. Un farmaco che cura non è di nessun aiuto se le persone che ne hanno bisogno non possono permetterselo".

Il sofosbuvir "è alla base della maggior parte delle combinazioni di trattamenti per l'epatite C, uno tra i vari antivirali orali ad azione diretta entrati nel mercato negli ultimi 4 anni, che hanno causato un'impennata nei costi delle cure", ricorda Msf. In Europa "Gilead fa pagare fino a 55.000 euro per un trattamento con sofosbuvir di 12 settimane. Negli Stati Uniti l'azienda aveva inizialmente stabilito il prezzo a 84.000 dollari o alla cifra sconvolgente di 1.000 dollari a pillola. Nel frattempo, alcuni studi hanno dimostrato che produrre il farmaco costa meno di 1 dollaro a pillola".

In Italia, fino a qualche settimana fa, il prezzo elevato del Sovaldi* (nome commerciale del farmaco contenente il principio attivo sofosbuvir) "costringeva a limitare il trattamento ai soli casi più gravi, con un'inevitabile discriminazione ed esclusione di gran parte dei pazienti. Ora l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e il ministero della Salute stanno alimentando una logica di competizione tra le aziende farmaceutiche che potrà favorire una progressiva riduzione dei prezzi, garantendo maggiori opzioni terapeutiche per i pazienti e una più ampia inclusione al trattamento contro l'epatite C", ricorda Msf.

Per Aliénor Devalière, consulente delle politiche Ue per la Campagna per l'accesso ai Farmaci di Msf, "questo brevetto può e deve essere contestato. La scienza che c'è dietro il sofosbuvir non ha nulla di innovativo". Le opposizioni possono rimuovere o ridurre la durata di un brevetto e consentire alla necessaria competizione dei farmaci generici di ridurre drasticamente i prezzi. Brevetti del sofosbuvir sono stati già revocati in Cina e Ucraina, e altri Paesi come Argentina, India, Brasile, Russia e Thailandia sono in fase di decisione. Se l'opposizione al brevetto avrà successo, "potrebbe accelerare la disponibilità di versioni generiche di sofosbuvir in Europa. Potrebbe anche incoraggiare tutti i Paesi a intraprendere misure per consentire l'accesso a versioni generiche economiche" del medicinale, "negoziando subito accordi migliori con la Gilead e/o avviando nuove azioni come il rilascio di licenze obbligatorie per importare o produrre farmaci generici più economici", conclude Msf.

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