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Universita': Lenzi, per 1000 specializzandi 25 mln euro, soldi vanno trovati

11 febbraio 2014 | 12.46
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Roma, 11 feb. (Adnkronos Salute) - "Per formare 1.000 specializzandi sono necessari 25 milioni di euro annui. In Italia, il numero ideale sarebbe 6.000, per un totale di 150 milioni di euro. Per il 2014, a oggi, sono previsti 3.300 contratti di specializzazione a fronte di circa 7.000 laureati. Ne servirebbero almeno altri 2.000 e occorre trovare i 50 milioni di euro necessari. So che i ministri interessati sono impegnati per questo". A sottolinearlo Andrea Lenzi, presidente del Consiglio universitario nazionale (Cun) e Ordinario di endocrinologia alla Sapienza Università di Roma in occasione dell'appuntamento annuale oggi in Senato, promosso dalla Fondazione Lilly nel quadro del progetto 'La ricerca in Italia: un'idea per il futuro'. L'iniziativa, giunta alla sesta edizione, mira a favorire la cultura della ricerca in Italia proponendo un nuovo modello basato su meritocrazia, trasparenza e valorizzazione economica.

Anche quest'anno la Fondazione Lilly ha confermato il suo impegno assegnando una borsa di studio a un giovane ricercatore e aprendo il nuovo bando di ricerca. "La ricerca biomedica italiana ha un riconoscimento importantissimo, ma non solo manca di investimenti in termini di risorse finanziarie, ma anche di risorse umane" ha sottolineato Lenzi. "Abbiamo bisogno di scovare le vocazioni alla ricerca prima possibile - ha aggiunto - e per questo è necessario migliorare i percorsi formativi pre-laurea finalizzati alla ricerca, con l'istituzione di corsi Md-PhD (Md dottore in medicina; PhD dottore di ricerca), come prevedono i percorsi di studio negli Stati Uniti e in alcuni Paesi europei che li considerano i titoli più prestigiosi. Questa impostazione permette di coniugare la formazione professionale con uno specifico addestramento alla ricerca scientifica per instradare alla scienza prima della laurea i più meritevoli e interessati".

Conclude Lenzi: "Abbiamo bisogno infine di flessibilità di regole sul Dottorato di ricerca post laurea per non tagliare le ali a progetti innovativi e di sviluppo economico con ricadute immediate sul trasferimento tecnologico all'impresa e al territorio". (segue)

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