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Tumori: l'impegno dei media, mai più l'espressione 'male incurabile'

24 luglio 2014 | 14.18
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Tumori: l'impegno dei media, mai più l'espressione 'male incurabile'

(Adnkronos Salute) - "Cancellare dai media l'espressione 'male incurabile'" per riferirsi al cancro, da cui sempre più italiani riescono a guarire. E' l'impegno assunto dai direttori delle principali testate del nostro Paese, dalla carta stampata alla televisione, che hanno risposto positivamente all'appello lanciato dagli esperti della Fondazione 'Insieme contro il cancro', che per il primo anno di attività ha realizzato il libro, dal titolo significativo, "Il male (in)curabile. I progressi nella lotta contro il cancro e il nuovo ruolo della comunicazione", presentato questa mattina al ministero della Salute dal presidente della Fondazione, Francesco Cognetti.

Il volume raccoglie, nella parte finale, le interviste a quindici direttori di testate giornalistiche nazionali: Giulio Anselmi (Ansa), Bianca Berlinguer (Tg3), Mario Calabresi (La Stampa), Virman Cusenza (Il Messaggero), Ferruccio de Bortoli (Corriere della Sera), Roberto Iadicicco (Agi), Bruno Manfellotto (l'Espresso), Giuseppe Marra (Adn Kronos), Ezio Mauro (la Repubblica), Mauro Mazza (Rai Sport), Clemente Mimun (Tg5), Andrea Monti (La Gazzetta dello Sport), Roberto Napoletano (Il Sole 24 Ore), Luciano Onder (Tg2) e Alessandro Sallusti (Il Giornale).

"Sta cambiando la percezione della patologia - afferma Cognetti - da parte dei cittadini. Ma avvertiamo ancora, anche nei media, la tendenza a definirla ancora con quell'espressione fuorviante e allarmistica, dovuta a ignoranza". Un'espressione abusata, non giustificata da motivi di privacy e ormai non più vera. Perciò, "abbiamo dato la parola ai direttori - racconta l'oncologo - e abbiamo chiesto loro di assumere un impegno preciso: cancellare l'espressione 'male incurabile' dalle testate di cui sono responsabili. Perché sappiamo che un'informazione corretta può rappresentare la prima medicina", conclude lanciando l'idea di "un patto fra clinici, media e Istituzioni per fare corretta informazione".

Un impegno raccolto dai direttori, come emerge dalle interviste pubblicate nel libro. "La parola 'cancro' va messa nel titolo, non è giusto mimetizzare la realtà", risponde Ezio Mauro, direttore di 'Repubblica'. Per Luciano Onder, vicedirettore del Tg2, "l'informazione corretta fa guadagnare salute ai cittadini". E ancora, "i cittadini che lottano contro il tumore, hanno bisogno di storie positive", sottolinea Giuseppe Marra, direttore dell'agenzia AdnKronos.

Un capitolo del libro è dedicato alle testimonianze dei pazienti, o meglio ex pazienti. Il tumore l'hanno sconfitto, o cronicizzato, rivendicano il loro diritto a far sentire la propria voce e a tornare a una vita 'normale'. Fra loro, Roberto Gervaso, che ha superato un tumore alla prostata; il tennista Nicola Pietrangeli, che ha giocato e vinto la sua partita contro il cancro al colon, ed Elisabetta Iannelli, segretario della Fondazione 'Insieme contro il cancro ', colpita, per due volte, da un tumore del seno. "Dateci voce - dice ai media - e non chiamateci con quel termine bruttissimo, 'lungosopravviventi'". Dopo 'male incurabile', ecco una nuova battaglia per il futuro.

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