(Adnkronos Salute) - Hanno operato e salvato delle vite grazie all'aiuto delle stampanti 3D. Creando cellule e nanoparticelle, oppure una trachea e un orecchio bionico, fino ad un modello di cuore per pianificare l'intervento. Sono i chirurghi e inventori americani ospiti della 'Maker Faire', la grande fiera europea dedicata all'innovazione e alla creatività che si apre oggi a Roma. Earle Austin è un chirurgo toracico e cardiaco di Lousville (Kentucky); ha utilizzato un modello stampato in 3D di un cuore di un paziente di 14 mesi per pianificare lo svolgimento di una delicata operazione. Ivan Owen è un inventore americano che si è dedicato a questo settore, insieme a Richard Van As ha pubblicato il progetto, di pubblico dominio, 'Robohand', la protesi di mano meccanica che può essere stampata in 3D.
Poi ci sono Micheal McAlpine, 'assistante professor' di ingegneria meccanica della Princeton University (Usa) e Glenn Green, otorinolaringoiatra infantile dell'Università del Michigan. McAlpine ha stampato in 3D alcune cellule e nanoparticelle con una macchina presa sul web. Poi ha coltivato le cellule per combinarle con un antenna artificiale, così da creare un orecchio bionico. E' la prima volta che gli scienziati dimostrano che la stampa 3D è una strategia efficace per unire le potenzialità di tessuti umani ed elettronica.
Green, infine, ha impiantato una trachea stampata in 3D a Kaiba, un piccolo paziente di solo 6 settimane che soffriva di una rara ostruzione dei polmoni conosciuta come malacia bronchiale. La trachea è composto di materiale biologico in grado di aprire una via respiratoria all'interno dell'organo ostruito del paziente.