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Un maxi-polo per la ricerca pediatrica, nel quartiere San Paolo la Cell factory Bambino Gesù Roma

21 ottobre 2014 | 13.21
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Un maxi-polo per la ricerca pediatrica, nel quartiere San Paolo la Cell factory Bambino Gesù Roma

(Adnkronos Salute) - Un nuovo maxi-Polo per la ricerca pediatrica debutta oggi a Roma. Con 5.000 mq attrezzati con le più moderne tecnologie per le indagini genetiche e cellulari, un’Officina farmaceutica per la produzione di terapie avanzate, 150 ricercatori e un investimento infrastrutturale e tecnologico di 26 milioni di euro, i nuovi laboratori dell'Ospedale Bambino Gesù portano a Roma il più importante polo pediatrico di ricerca e assistenza in Europa. Collocati nella struttura di San Paolo Fuori le Mura, i laboratori inaugurati oggi dal cardinale Segretario di Stato vaticano Pietro Parolin, ospiteranno studi su genetica e malattie rare, patologie multifattoriali e caratteri complessi, onco-ematologia, immunoterapia e farmacoterapia.

La struttura avveniristica è la casa dei laboratori diagnostici di genetica medica e citogenetica, diagnostica integrata oncoematologica e biobanche. Al suo interno, un'Officina farmaceutica - la Cell Factory - unica nel Centro-Sud Italia per dimensioni (oltre 1.000 metri quadrati) e capacità di sviluppo, interamente dedicata alla produzione su larga scala di terapie avanzate. "È un progetto che nasce dalle esigenze dei bambini e guarda al futuro - afferma Giuseppe Profiti, presidente del Bambino Gesù - consapevoli che solo la ricerca farà compiere nei prossimi anni passi in avanti all’assistenza sanitaria, impensabili fino a qualche tempo fa".

L'investimento dell’ospedale per la parte infrastrutturale e tecnologica dei nuovi laboratori ha superato i 26 milioni di euro, a cui si aggiungono 15 milioni di euro di budget annuo frutto dei progetti di ricerca e dei servizi scientifici prodotti. Il progetto si radica su una tradizione di ricerca importante per l'ospedale del Gianicolo, che con oltre quaranta specializzazioni risponde a quasi il 45% della domanda ospedaliera pediatrica nazionale e, come Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, da 30 anni fa ricerca clinica traslazionale, quella cioè che ha immediate ricadute nella pratica clinica.

"Si tratta probabilmente del più grande investimento diretto nella ricerca fatto in Italia negli ultimi anni", commenta Profiti. "Un investimento destinato ad avere nei prossimi anni un elevato tasso di rendimento, non solo sul piano scientifico. La ricerca scientifica, infatti, rappresenta un volano per l’economia del territorio e dell’intero Paese con benefici tangibili sul piano sociale". I laboratori di San Paolo Fuori le Mura, nei quali a regime saranno impiegati circa 200 ricercatori, favorirà l’attrazione di cervelli nazionali e stranieri, contribuendo così - auspicano dalla struttura - a contenerne la 'fuga', ma anche a potenziare l’interazione con le Università e gli altri centri di ricerca a livello nazionale e internazionale e a catalizzare gli investimenti.

I progetti di ricerca realizzati nei nuovi laboratori si concentreranno sull’identificazione delle basi biologiche delle malattie e sulla ricerca di terapie innovative e più efficaci, in particolare per le leucemie, i tumori solidi, le malattie rare e quelle ultrarare, le patologie metaboliche. "Nell'ultimo decennio si è consolidata una nuova dimensione della medicina - spiega il direttore scientifico del Bambino Gesù, Bruno Dallapiccola - che fa sempre più riferimento ai meccanismi biologici delle malattie e si focalizza sulle caratteristiche genomiche individuali intese come fattori di suscettibilità o di resistenza nei loro confronti".

Grazie ai progressi tecnologici negli ultimi 14 anni le analisi genetiche sono diventate 100.000 volte più veloci e i loro costi si sono altrettanto ridotti. Questo ha permesso una vera e propria rivoluzione nel campo della biomedicina. "L’utilizzo di queste tecnologie - aggiunge Dallapiccola - consentiranno un balzo in avanti anche in campo pediatrico verso la medicina predittiva e personalizzata, fondata sulle informazioni presenti nel genoma individuale che, una volta decriptate, renderanno possibile anticipare la probabilità di sviluppare nel corso della vita specifiche malattie. Sarà possibile così orientare gli stili di vita e adottare misure utili a prevenirle ed impedirne o rallentarne l’insorgenza", conclude.

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