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Per la prima volta al mondo protesi d'anca a una bimba di 17 mesi

13 novembre 2014 | 17.26
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Eccezionale intervento a Bologna, la piccola ora ha due anni e mezzo e cammina

Per la prima volta al mondo protesi d'anca a una  bimba di 17 mesi

Eccezionale intervento chirurgico a Bologna. Protagonista la piccola Zoe, che oggi ha due anni e mezzo e cammina come tutti i bambini della sua età. Ma ha imparato a farlo con una protesi all'anca che le è stata impiantata all’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna all'età di diciassette mesi. Il suo, afferma la Asl di Bologna in una nota, "è il primo caso nella storia dell'ortopedia internazionale di intervento di questo tipo su un paziente non ancora in grado di camminare".

A illustrare l'intervento è l'ortopedico che ha seguito la bambina, Marco Manfrini, che coordina il Centro di riferimento specialistico terapie chirurgiche innovative nei sarcomi muscolo-scheletrici dell’età evolutiva della Clinica Ortopedica III a indirizzo oncologico, diretta da Davide Maria Donati.

"Zoe - dice Manfrini - aveva una forma rara di tumore alle ossa, sviluppatasi nel femore. Con l’intervento dovevamo prima eliminare la parte di femore attaccata dal cancro e poi sostituirla. Ma dovevamo capire come, visto che nella letteratura scientifica non ci sono ad oggi casi di impianto di protesi d’anca in pazienti così piccoli, non ancora in grado di camminare". Così è partito un lavoro di squadra che ha visto in prima linea, insieme a Manfrini, altri ricercatori dell’Istituto bolognese.

Per prima cosa il Laboratorio di Tecnologia medica diretto da Aldo Toni ha condotto lo studio di fattibilità sull'impianto ricostruttivo, coordinato dall'ingegner Fulvia Taddei, in collaborazione con la Banca delle cellule e del tessuto muscolo scheletrico diretta da Pier Maria Fornasari. Per "individuare la migliore soluzione per Zoe - racconta Manfrini - abbiamo progettato, sulla base dell'anatomia della paziente, un modello virtuale della sua anca, prevedendo l'inserimento di un innesto osseo, cioè tessuto osseo proveniente da donatore che consente di asportare solo la parte malata, e di una piccola protesi".

"Grazie a questo studio abbiamo constatato fin da subito che la protesi era troppo lunga per una bimba di 17 mesi e che sarebbe stato necessario tagliarla: l'abbiamo fatto in sala operatoria, e sempre in sala è stato preparato l'innesto osseo, che doveva essere modellato secondo il progetto di laboratorio". Questa collaborazione, spiega il medico, ha permesso di ridurre significativamente i tempi dell'intervento chirurgico, particolarmente delicato a livello anestesiologico, non avendo mai eseguito un'operazione di questo tipo su una paziente così piccola. L'operazione si è conclusa con successo e l'utilizzo di un innesto osseo proveniente da donatore ha permesso ai medici di asportare esclusivamente la parte di femore malata. Questo ha consentito alla parte sana del femore di proseguire la sua naturale crescita, evidente nelle ultime radiografie fatte alla bambina.

"Oggi - spiegano dalla struttura sanitaria - Zoe cammina come tutti gli altri bimbi della sua età. Continua ad essere seguita dai medici di Atene, dove vive, e dagli specialisti del Rizzoli di Bologna, che valuteranno nel tempo le sue future necessità per mantenere intatta la capacità di camminare, salvaguardata da questo intervento che - conclude il Rizzoli - segna una tappa di massimo rilievo per l’ortopedia".

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