La ricerca, frutto di una collaborazione fra scienziati di Siena e Ferrara, punta il dito contro un'eccessiva produzione di radicali liberi nel cervello
Una nuova ricerca, frutto della collaborazione fra l'Azienda ospedaliera universitaria senese e le università di Siena e Ferrara, mette in luce importanti novità sui meccanismi all'origine dell'epilessia farmaco-resistente. Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica 'Bba Molecular Basis of Disease', ha dimostrato come un'eccessiva produzione di specie radicaliche, cioè uno sbilanciamento dell'equilibrio ossido-riduttivo osservato nelle biopsie di tessuto cerebrale di pazienti epilettici, possa causare un danno ossidativo a livello di un'importante proteina-canale, l'acquaporina 4, coinvolta negli scambi di acqua e ioni nelle cellule del sistema nervoso. Agire su queste proteine, quindi, potrebbe aprire nuovi scenari terapeutici.
Lo studio è stato portato avanti grazie alla collaborazione tra il Centro epilessia del Dipartimento di Scienze neurologiche e neurosensoriali dell'Aou Senese, diretto da Alessandro Rossi, di cui fanno parte Aldo Mariottini, Giampaolo Vatti e Raffaele Rocchi; il gruppo ferrarese, di cui fanno parte Giuseppe Valacchi e Franco Cervellati; quello dell'Università di Siena composto da Clelia Miracco, Lucia Ciccoli; l'équipe di Neuropsichiatria infantile dell'Aous, diretta da Joussef Hayek, con Roberto Canitano e Alessandra Pecorelli, Giuseppe Belmonte e il neurochirurgo Francesca Natrella. Questa scoperta aggiunge un nuovo tassello utile alla comprensione dei meccanismi molecolari alterati che portano alle manifestazioni epilettiche.