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Medicina: nuova bio-valvola cuore con tecnica mininvasiva, primato a Tor Vergata

26 marzo 2015 | 18.38
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L'operazione su un paziente ad altissimo rischio per la prima volta senza circolazione extra-corporea. Il cardiologo Romeo: "Abbiamo tremato un po'. I pochi tentativi precedenti, tutti effettuati all'estero, non avevano avuto esito positivo".

Medicina: nuova bio-valvola cuore con tecnica mininvasiva, primato a Tor Vergata

Eccezionale intervento in prima mondiale al Policlinico di Roma Tor Vergata. Una valvola biologica ha salvato un paziente ad alto rischio, grazie a un intervento non invasivo. L'innovativa tecnica è stata sperimentata con successo ieri, su un paziente ad altissimo rischio, non in condizioni di affrontare un'operazione di tipo classico per la sostituzione della valvola mitralica.

"Niente apertura del torace e circolazione extracorporea: la nuova valvola è stata inserita per via transcatetere a cuore battente", spiega l'Heart Team composto dai cardiologi Francesco Romeo e Gian Paolo Ussia, dal cardiochirurgo Giovanni Ruvolo e dal cardioanestesista Pasquale De Vico, dai loro assistenti medici, dal personale infermieristico di emodinamica e di sala operatoria e dai tecnici perfusionisti dell'Uoc di Cardiologia e di Cardiologia interventistica del Policlinico Tor Vergata.

Il Comitato etico, in considerazione della gravità delle condizioni cliniche del paziente e per la mancanza di alternative terapeutiche, ha autorizzato l'intervento per motivi compassionevoli, procedendo all'inserimento della CardiAQ*, questo il nome della valvola biologica transcatetere progettata per la valvola mitrale. I medici di Tor Vergata hanno utilizzato un approccio misto che ha previsto una minitoracotomia laterale per l'accesso al cuore, e l'inserimento a cuore battente della protesi biologica, per la prima volta al mondo senza circolazione extracorporea.

Il paziente è stato svegliato dopo poche ore dalla procedura e trasferito dalla Terapia intensiva post-operatoria all'Unita Coronarica di Cardiologia dopo solo 12 ore, in ottime condizioni cliniche. La protesi percutanea per la valvola mitralica è stata realizzata a distanza di otto anni dall'impianto della prima valvola aortica percutanea.

La Cardiologia di Tor Vergata diretta da Romeo ha un programma dedicato alla cardiologia interventistica strutturale, oltre che coronarica. Vengono trattate regolarmente la valvulopatia aortica e mitralica con tecniche transcatetere, e questo ha permesso la formazione di un gruppo interdisciplinare affiatato ed efficiente che è valso la scelta del Policlinico di Tor Vergata come centro di riferimento per l'utilizzo di questa innovativa protesi valvolare.

"Abbiamo tremato un po'. Il paziente aveva 77 anni ed era ad altissimo rischio. Inoltre i pochi tentativi precedenti, tutti effettuati all'estero, non avevano avuto esito positivo. Invece è andato tutto bene. Il paziente è contentissimo e ora è già in reparto, e sono convinto che questa nuova opzione rappresenti un grande passo avanti per la cardiochirurgia". Non cela l'emozione il cardiologo Francesco Romeo, che insieme a Gian Paolo Ussia, al cardiochirurgo Giovanni Ruvolo e al cardioanestesista Pasquale De Vico, ha portato a termine un eccezionale intervento in prima mondiale al Policlinico di Roma Tor Vergata.

"La valvola mitralica biologica che abbiamo inserito ha salvato un paziente ad alto rischio, grazie a un intervento mini-invasivo: per la prima volta non siamo ricorsi alla circolazione extracorporea, infatti la nuova valvola è stata inserita per via transcatetere a cuore battente", spiega lo specialista all'Adnkronos Salute, sottolineando che il risultato "è stato ottenuto anche grazie all'esperienza e all'affiatamento del team chirurgico". L'intervento, autorizzato dal comitato etico del Policlinico proprio in considerazione della gravità delle condizioni cliniche del paziente e per la mancanza di alternative terapeutiche, "è durato un paio d'ore. I tentativi precedenti avevano richiesto sempre la circolazione extracorporea. Ma il nostro paziente aveva tutti i bypass venosi chiusi per una coronaropatia, e aveva bisogno di un approccio differente".

L'inserimento della protesi biologica "è avvenuto a cuore battente, per la prima volta al mondo senza circolazione extracorporea e sotto gli occhi dell'inventore della valvola, realizzata da una start-up americana. Sono convinto che questo approccio rappresenterà un'opzione in più per i pazienti a rischio elevato e intermedio", conclude Romeo. L'uomo operato, "che era molto ottimista prima di entrare in sala operatoria, ora è contentissimo", racconta.

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