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Ricerca: scoperta a Palermo molecola 'telecomando' che accende Dna

21 agosto 2015 | 13.38
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Ricerca: scoperta a Palermo molecola 'telecomando' che accende Dna

Scoperta a Palermo la molecola telecomando che 'accende' il Dna. Il team di ricercatori dell'Istituto Telethon Dulbecco all'Università degli Studi di Palermo, guidato dal cervello rientrato dagli Usa Davide Corona, ha scoperto e osservato per la prima volta al mondo la molecola che, attivando i geni del Dna, permette alle cellule di riprodursi mantenendo intatte le loro caratteristiche. Lo studio, finanziato da Telethon, è stato pubblicato su 'Plos Genetics'.

Il gruppo diretto da Corona, tornato in Italia grazie a un finanziamento Telethon dopo le esperienze in Germania e Stati Uniti, e composto da Maria Cristina Onorati e Walter Arancio, ha scoperto che una specifica molecola genetica, l'Rna non codificante, è il 'telecomando' che programma le cellule per diventare un tipo particolare di tessuto e svolgere le loro specifiche funzioni. Ogni cellula del nostro corpo conserva nel suo nucleo tutto il Dna e quindi, quando si duplica, potrebbe generare qualsiasi tipo di tessuto: una cellula del cuore, ad esempio, potrebbe produrne una del fegato. Ciò, tuttavia, non accade mai negli organismi sani e tutte le cellule continuano correttamente a svolgere le funzioni della cellula da cui derivano.

Gli scienziati di tutto il mondo da tempo osservano questo fenomeno, ma il merito del team di ricercatori di Palermo è aver capito e dimostrato che ciò avviene grazie a questa particolare molecola che, prodotta dal Dna della cellula madre, comunica al Dna della cellula figlia di 'accendere' specifici geni e non altri, sviluppandosi così con specifiche caratteristiche e funzioni, ovvero quelle corrette per la salute dell'organismo.

"Proprio il cattivo funzionamento del meccanismo biologico che abbiamo osservato - spiega Corona, biologo dell'Istituto Telethon Dulbecco e dello Stebicef all'Università di Palermo - è alla base di diverse malattie genetiche rare e di alcune forme di cancro. Per questo uno degli sviluppi più interessanti di questa scoperta, anche se si tratta di una prospettiva a lungo termine, è la possibilità di intervenire nell'attività di una cellula che non funziona a dovere: non solo imporre a una cellula di un tessuto di produrne una di un altro, ma per esempio imporre a una cellula tumorale di generarne una sana".

Questo lavoro giunge a conclusione di un percorso che ha ricevuto da Telethon un finanziamento complessivo di 1,3 milioni in 10 anni. I ricercatori hanno lavorato sulle cellule del moscerino della frutta (Drosophila melanogaster), molto utilizzato negli studi genetici vista la grande somiglianza tra il suo patrimonio genetico e quello degli umani. Il team di Corona per la prima volta al mondo è riuscito a spiegare uno dei processi biologici più osservati e misteriosi, la fedele lettura e trasmissione delle informazioni presenti nel Dna da una cellula madre alle cellule figlie.

E' come se il Dna fosse un grande manuale di istruzioni che la cellula madre passa interamente alle sue figlie, spiegano i ricercatori. Tuttavia, di questo grande manuale le cellule usano poche pagine, solo quelle necessarie allo sviluppo dei tessuti di cui fanno parte. E' per questo che in un organismo sano una cellula del fegato continua a generare cellule di fegato pur avendo in sé le informazioni per diventare qualsiasi altra cellula.

Ma come fanno le cellule a sapere quali sono le pagine del Dna da consultare e quali quelle da ignorare? Come osservato dai ricercatori di Palermo, ciò accade grazie agli Rna non codificanti, che la cellula madre trasmette alle figlie e che funzionano come post-it collocati solo sulle pagine che la cellula deve considerare. Queste molecole, in pratica, consentono di attivare solo i geni utili all'attività di una determinata cellula.

Lo studio è riuscito a svelare e spiegare per la prima volta che un particolare tipo di Rna non codificante è proprio quello che permette alla cellula di leggere correttamente il Dna e di continuare a riprodursi sempre identiche a loro stesse.

Il successo di questa ricerca è stato possibile anche grazie al ritorno in Italia di cervelli dall'estero. Corona infatti, dopo un'esperienza di ricerca all'estero, prima in Germania nel Laboratorio europeo di biologia molecolare di Heidelberg, poi negli Usa all'Università della California, è rientrato in patria nel 2004 grazie all'Istituto Telethon Dulbecco. Lo studioso ha scelto di svolgere la sua attività all'Università di Palermo, dove è professore di genetica al Dipartimento Scienze e Tecnologie Biologiche Chimiche e Farmaceutiche.

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