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Cattivi pazienti, chili di troppo e pigrizia nonostante il cuore malato

01 settembre 2015 | 13.01
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Lo studio, in pochi cambiano stile di vita

Cattivi pazienti, chili di troppo e pigrizia nonostante il cuore malato

In Europa, negli ultimi 7 anni, chi soffre di cuore non sembra fare abbastanza per cambiare il proprio stile di vita e ridurre così il rischio di danni ancora più gravi, o addirittura di morte. E' quanto emerge dai risultati delle ultime indagini Euroaspire, messi a confronto con quelli del 2006-2008, presentati per la prima volta oggi al congresso della European Società of Cardiology (Esc) di Londra da Kornelia Kotseva, presidente del comitato direttivo Euroaspire e ricercatrice all'Imperial College della capitale inglese.

Secondo le rilevazioni, su un totale di 3.827 pazienti con problemi di cuore in 5 Paesi che avevano preso parte anche alla prima parte del lavoro (Bulgaria, Croazia, Polonia, Romania e Regno Unito), non è avvenuto nessun cambiamento tra le due indagini nella prevalenza di sovrappeso e obesità (con percentuali alte, rispettivamente dell'82% e di circa il 43%), o nei livelli di attività fisica. Meno di un paziente su cinque ha riferito di effettuare attività fisica al di fuori del lavoro per almeno 20 minuti, tre volte alla settimana.

Il controllo terapeutico della pressione arteriosa nei pazienti con problemi risulta leggermente migliorata, ma non in modo significativo (28% e 35%), con il 65% dei pazienti che rimane al di sopra dell'obiettivo raccomandato.

La proporzione di pazienti in terapia ipolipidemizzante che ha raggiunto il target di colesterolo cattivo Ldl indicato dai medici è aumentata in modo rilevante, dal 29% al 37%. Ma guardando il bicchiere 'mezzo vuoto', indicano gli esperti, effettivamente il 63% dei pazienti ancora non ha raggiunto l'importante traguardo. Il controllo glicemico in pazienti con diabete è rimasto invariato (62% e 60%), con il 40% che non ha raggiunto l'obiettivo di sicurezza. Infine, la prevalenza di fumatori è rimasta la stessa (17%), ma la proporzione di persone che non hanno alcuna intenzione di smettere è aumentata (dal 23% al 24%).

"Le tendenze negli stili di vita non si stanno muovendo nella giusta direzione", ha detto Kotseva. "La prevalenza di fumo e obesità non è cambiata nel corso dei due sondaggi, con più di quattro pazienti su cinque ad alto rischio di sviluppare malattie cardiovascolari che risultano ancora in sovrappeso o obesi. Il controllo terapeutico della pressione arteriosa e dei lipidi non è migliorata in modo significativo e la stragrande maggioranza dei pazienti non raggiunge gli obiettivi fissati. La nostra analisi mette in evidenza la necessità urgente di moderni programmi di cardiologia preventiva, che integrino stile di vita e interventi medici", ha avvertito l'esperta.

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