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Medicina

Torino, colpita da aneurisma torna a parlare dopo quasi due anni di silenzio

26 novembre 2015 | 16.01
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(Infophoto)
(Infophoto)

Torna a parlare dopo quasi due anni di silenzio, grazie a un rivoluzionario programma basato sulla tecnica dell'imitazione. Protagonista della vicenda un ragazzo di 32 anni, ingegnere, che nell'aprile 2014, in seguito a rottura di aneurisma cerebrale , aveva perso completamente l'uso della parola. Al paziente era stata diagnosticata un'afasia globale che lo rendeva incapace di comunicare contenuti anche molto semplici e addirittura di ripetere qualsiasi stimolo presentato. Il suo linguaggio era ridotto a poche stereotipie di carattere perseverativo, che utilizzava in qualsiasi contesto (diceva solo 'auau').

In seguito alla dimissione ospedaliera, il giovane ha preso parte a una normale riabilitazione neuropsicologica e logopedica. A partire da luglio 2015 la svolta: al suo progetto riabilitativo è stato affiancato, presso il Centro Puzzle di Torino, un trattamento intensivo con un nuovo programma computerizzato, chiamato Imitaf. Questo software, ideato dal team di ricercatori-psicologi presieduto da Marina Zettin, con la collaborazione di Valentina Galetto e Marzia Leopizzi, consiste nell'imitazione di più di 1.000 parole e frasi in livelli di difficoltà crescente pronunciate da 6 attori di età e genere differenti. Al termine del trattamento il paziente, dopo 15 mesi di completa assenza di comunicazione verbale, "ha migliorato notevolmente la ripetizione di qualsiasi stimolo e risulta in grado di produrre spontaneamente alcune parole, che gli garantiscono la possibilità di effettuare semplici scambi comunicativi nel quotidiano".

Il percorso riabilitativo è tuttora in corso, spiegano i sanitari delle Molinette, "con grande entusiasmo del paziente che ha modo di sperimentare quotidianamente l'efficacia del trattamento". Un caso così particolare testimonia come l'utilizzo di trattamenti intensivi e prolungati nel tempo permetta un più funzionale recupero del linguaggio, corrispondente, a livello neurale, ad una riorganizzazione dei network deputati all'elaborazione linguistica anche in fase cronica, "smentendo così la pubblica opinione che il recupero si può verificare solo nei primi 6-8 mesi dopo un insulto cerebrale".

Non solo, verrebbe anche confutata l’ipotesi secondo cui vi siano specifici centri del linguaggio tendenzialmente lateralizzati solo a sinistra (per i destrimani). Al contrario, recenti ricerche stanno confermando che anche l’emisfero di destra possa intervenire nel recupero copiando inizialmente le singole parole e poi le ulteriori abilità grammaticali. Questo caso senza precedenti verrà presentato in anteprima da Marina Zettin, docente dell'Università di Torino e Direttore del Centro Puzzle, durante il Simposio nazionale 'Afasia: riabilitazione neurocognitiva', che si terrà domani presso l'Aula Magna A.M. Dogliotti dell'ospedale Molinette di Torino.

Si parlerà anche dell’imitazione per la riabilitazione, in linea con recenti studi che hanno evidenziato un recupero della funzione linguistica proprio attraverso la riproduzione dello stimolo osservato. Il filo rosso di questa teoria, spiegano i medici, sembra risiedere nel sistema specchio: quel complesso circuito di neuroni, che si attiva sia quando un soggetto compie un’azione, sia quando osserva la stessa compiuta da un’altra persona, potrebbe essere responsabile del riapprendimento motorio. Recenti indagini hanno dimostrato come l’attivazione di questo sistema permetta di creare delle rappresentazioni motorie interne dell’atto osservato fondamentali nei processi di riproduzione dello stesso. A raccontarlo ci sarà Giacomo Rizzolatti (premio Brain 2014 e autore del libro 'So quel che fai', 2006), del team che nel 1995 ha svelato al mondo questa straordinaria scoperta dei neuroni specchio.

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