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Salute: le 'note dolenti' dei musicisti, a Milano un centro per curarle

22 gennaio 2016 | 15.54
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Una visita all'ambulatorio 'Sol Diesis' di Milano
Una visita all'ambulatorio 'Sol Diesis' di Milano

Mai dire a un musicista di abbandonare il suo strumento, nemmeno per guarire da qualche malattia legata alla postura o al logoramento. Separarsi dal proprio 'figlio' è un dolore che per chi legge uno spartito supera di gran lunga quello fisico. Eppure, le 'note dolenti' non mancano: tendiniti, rachialgie, dolore alla cervicale, problemi alla spalla, tunnel carpale, fino a malattie neurologiche importanti che impediscono il coordinamento delle mani. Per aiutarli a continuare a suonare limitando i loro problemi di salute, servono professionisti con una sensibilità musicale, che capiscano le esigenze di chi hanno di fronte e possano trattare, o meglio ancora prevenire, le malattie professionali legate alla musica. Rosa Maria Converti è uno di questi. Medico, con un passato da arpista professionista, oggi coordina con Marina Ramella l'ambulatorio 'Sol Diesis' del Centro Irccs S.Maria Nascente Fondazione Don Gnocchi di Milano.

"Mentre studiavo Medicina - racconta Converti all'AdnKronos Salute - erano molti i colleghi musicisti a farmi domande. La mia insegnante di arpa mi ha incoraggiata a continuare il percorso universitario, così ho fatto una tesi sull'argomento", musica e medicina. Quando si è trattato di scegliere la specialità è stato ancora una volta determinante un consiglio ben dato: "Mi hanno fatto notare che solo nei casi più gravi i musicisti ricorrono alla chirurgia della mano", disciplina che il 'camice rosa' avrebbe voluto abbracciare. "Ho così optato per la medicina riabilitativa, che all'epoca non sapevo nemmeno che cosa fosse", sorride. L'esperta lavora anche in un ambulatorio fisioterapico al Teatro della Scala di Milano, dove tratta i professori d'orchestra, che dal punto di vista medico "sono come operai, sottoposti a lavori pesanti e ripetitivi nel tempo".

Sol Diesis invece è aperto a tutti, professionisti e amatori, studenti e artisti affermati. Dal suo debutto, nel 2004, a oggi sono passate oltre un migliaio di persone, al ritmo di un centinaio l'anno. Tra i primi step c'è la visita posturale con lo strumento, "che consigliamo di portare da casa". Per chi è impossibilitato, la struttura fornisce alcuni dispositivi, come chitarra, violino, batteria e una tastiera tarata in modo da riprodurre un pianoforte. "La maggior parte dei problemi sono dovuti a un'errata postura, magari acquisita nel tempo, o a un'impostazione tecnica sbagliata - spiega la specialista - Le variabili in gioco sono molte e nessun individuo è uguale agli altri". Per questo nel centro milanese, l'unico a livello italiano a essere strutturato come un ambulatorio in regime di solvenza calmierata, si suggeriscono anche soluzioni ergonomiche per essere in armonia con lo strumento.

Tra gli strumenti più usuranti viola, violino, flauto traverso e trombone

Gli strumenti più usuranti? "Quelli asimmetrici come viola, violino, flauto traverso e fagotto. Oppure quelli pesanti, come per esempio il trombone", elenca Converti. Tra le patologie più frequenti le malattie muscolo-scheletriche , che colpiscono oltre il 75% dei musicisti che frequentano l'ambulatorio. Molto diffusa la sindrome da 'overuse', cioè "il sovraccarico che deriva dal superamento dei propri limiti fisiologici, legato a movimenti ripetuti e continuativi e che si manifesta con dolore persistente e perdita di forza".

Altre malattie frequenti sono quelle causate da compressione nervosa, come la sindrome del tunnel carpale nella mano, del canale di Guyon nel polso o dello stretto toracico a livello della spalla. "Circa il 7% di chi si rivolge a noi ogni anno soffre invece di distonia focale, una patologia neurologica importante che comporta il mancato coordinamento delle mani". Al Sol Diesis gli esperti non si limitano alle visite ambulatoriali, ma si occupano anche di ricerca sul movimento e di attività di formazione. Come quella di sabato 23 gennaio, al liceo musicale 'C. Tenca' di Milano. La masterclass, tenuta da Converti e Ramella, è rivolta soprattutto a docenti di musica e musicisti ed è finalizzata a evitare l'insorgenza di patologie potenzialmente riscontrabili nell'uso scorretto degli strumenti musicali.

"La nostra impostazione è soprattutto quella di prevenire i disturbi legati alla musica. Per questo cerchiamo di evitare, per quanto possibile, di far smettere di suonare - sottolinea il medico - Per i professionisti, questo equivale infatti a perdere il lavoro. Sono degli 'atleti dell'arte' e devono essere al top". Per riuscirci, ci sono alcune "regole d'oro" da seguire: "Cercare sempre di fare un riscaldamento mirato prima di suonare, non solo quello progressivo allo strumento, ma anche di allungamento muscolare della parte interessata. Evitare lunghi periodi di esecuzione, prendendosi della pause ogni 40-50 minuti. Adottare una postura corretta, in un ambiente ergonomico. Non sottoporsi a brutali variazioni nel ritmo di lavoro, cercando di mantenere un'attività minima anche nei periodi di riposo".

Al Sol Diesis il 5-10% dei pazienti è straniero, soprattutto svizzeri e francesi

Occorre poi ricordarsi che "il detto 'No pain no gain' è falso. Il dolore è un segnale, è importante prendere coscienza del proprio corpo", ammonisce Converti. Accanto alla musica, non è consigliato uno sport di potenziamento che accorcia i muscoli, bensì tecniche di rieducazione come il metodo Alexander o il Feldenkrais o attività distensive come lo yoga. Bene invece una regolare attività fisica che possa aiutare a scaricare lo stress, come ad esempio il nuoto.

Al Sol Diesis passano persone di tutte le età, fattore non discriminante per le malattie professionali. Di solito chi fa della musica il proprio lavoro soffre di patologie usuranti, come dolore alla spalla e sindrome da overuse. Negli studenti invece sono più frequenti gli errori posturali e le infiammazioni muscolari. "Di solito il giovane è più virtuosistico ed entusiasta - analizza l'esperta - e rischia di sottoporsi a sessioni troppo lunghe di studio. Il professionista è invece più esperto, ha uno stile di vita professionale più corretto". Il 5-10% di chi si rivolge all'ambulatorio è straniero: "Si tratta di professionisti affermati, dai 30 anni in su. Molti arrivano dalla Svizzera, ma anche dalla Francia".

Negli 11 anni di attività dell'ambulatorio, si sono rivolte al Sol Diesis moltissime persone diverse, dai giovanissimi agli over 80. "La più piccola è stata una bimba di appena 5 anni che suonava il violino - ricorda la specialista - I genitori erano preoccupati per la postura: essendo molto giovane inarcava troppo la schiena". Il problema si è risolto benissimo e oggi la ragazzina, ormai dodicenne, "continua a suonare ed è inscritta al Conservatorio".

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