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Tumori

Una parolaccia per la lotta al cancro, arriva il 'vaffa day'

03 febbraio 2016 | 17.08
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C’è una nuova arma contro i tumori ed è la parolaccia. "Per anni la parola 'cancro' faceva così paura da essere impronunciabile: lo si chiamava con un eufemismo 'brutto male', 'male incurabile', 'grave malattia', ma da qualche tempo si è inaugurata una strategia opposta: parlarne apertamente. Ed ora in America sono arrivati al terzo passo, osare l’inosabile, mandare il tumore 'affanculo'". E' lo psicolinguista Vito Tartamella a raccontare così, intervistato dall'Adnkronos in occasione del "World cancer day" che si celebra domani in tutto il mondo, la nascita negli Usa della onlus "Fuck cancer", ovvero 'Fanculo il cancro'.

"In realtà -spiega- sono diverse le onlus: 'Fuck cancer' nata in California nel 2005, 'Fuck cancer, embrace life' nata in Canada nel 2008 e 'Letsfcancer' nata a Montreal nel 2009. E sono un fenomeno che non può essere liquidato come una semplice goliardata". "Perché sono un grido di battaglia che mobilita oltre 500mila persone, celebri attori come Stephen Amell e un merchandising che ha fruttato oltre 2,2 milioni di dollari in raccolta di fondi, per finanziare la ricerca sul cancro e per organizzare manifestazioni di solidarietà verso i malati ricoverati" riferisce Tartamella, uno dei pochi esperti al mondo di turpiloquio che, sul blog parolacce.org di cui è autore, ha passato sotto la lente questo inedito fenomeno.

Un fenomeno, anticipa lo psicolinguista, che "sta arrivando anche da noi, in Italia". Lo scorso autunno, riferisce, "la Lilt-Lega italiana per lotta contro i tumori ha posto il fiocco rosa, simbolo internazionale della lotta contro il tumore al seno, sul L.o.v.e., la celebre scultura del 'dito medio' di Cattelan davanti alla sede della Borsa di Milano".

"In parte, diciamolo, è una scelta di marketing: scegliere un nome scioccante è un modo efficace per emergere fra le numerose associazioni di volontariato che competono in cerca di fondi. Un pragmatismo all’americana, fatto di vendita online di gadget ed eventi. Ma il fenomeno è interessante per un altro motivo: testimonia un cambio epocale nel rapporto fra malato e malattia" evidenzia Tartamella su parolacce.org. Oggi , infatti, prosegue lo psicolinguista autore del saggio sul turpiloquio 'Parolacce', "il tumore non è sempre sinonimo di condanna a morte. Perciò affrontarlo a viso aperto può aiutare i pazienti a superare le ansie e affrontare le terapie, spesso molto impegnative. E’ anche per questo motivo che molti personaggi pubblici - da Emma Bonino a Oliver Sacks, da Kylie Minogue a Nancy Brilli - quando scoprono di avere la malattia escono allo scoperto. Fanno 'coming out'".

E, osserva Tartamella, "allora diventa logico fare il passo successivo: se il cancro è un nemico, perché non insultarlo apertamente? In Canada e negli Stati Uniti, infatti, stanno fiorendo diverse associazioni di volontariato che hanno scelto di chiamarsi 'Fuck cancer', ovvero 'Fanculo il cancro' e che hanno avuto un enorme successo in termini di iscritti e di fondi raccolti".

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