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Studio italiano rivela: "Michelangelo ha vinto l'artrosi con il duro lavoro"

04 febbraio 2016 | 08.41
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(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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C'è chi dice di averlo visto martellare fino a 6 giorni prima della morte, avvenuta nel 1564, 3 settimane prima di compiere 89 anni. Proprio l'intenso lavoro potrebbe aver salvato Michelangelo Buonarroti dalla perdita dell'uso delle mani, probabilmente affette da artrosi. L'artista ha continuato a dipingere e scolpire combattendo a colpi di scalpello la malattia degenerativa di cui soffriva. E' quanto sostiene uno studio italiano condotto dalla casa di cura privata Villa Salaria di Roma e pubblicato sul 'Journal of the Royal Society of Medicine', dopo aver analizzato 3 ritratti di Michelangelo.

Tutti e 3, dipinti tra i 60 e i 65 anni di età dell'artista, mostrano secondo gli scienziati come le articolazioni della mano sinistra siano state colpite da alterazioni degenerative non infiammatorie che possono essere interpretate come artrosi. Nei ritratti precedenti, le mani apparirebbero senza segni di deformità. "Sappiamo che Michelangelo era afflitto da una malattia che coinvolge le articolazioni - ricorda Davide Lazzeri, specialista in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica a Villa Salaria - In passato questo è stato attribuito alla gotta, ma il nostro studio mostra che questa ipotesi può essere abbandonata".

Questo, prosegue l'esperto, perché non sono stati riscontrati segni di infiammazione nelle mani dell'artista e nessuna evidenza di 'tofi', piccole escrescenze della pelle tipiche di chi soffre di gotta. Leggendo i carteggi scritti dallo stesso Michelangelo, i suoi sintomi alla mano apparvero in età abbastanza avanzata e nel 1552, in una lettera al nipote, afferma che la scrittura gli comporta un grande disagio. Ha continuato a creare un capolavoro dopo l'altro, però a poco a poco non è più stato in grado di scrivere, ma solo di firmare le sue lettere.

"La diagnosi di artrosi offre una spiegazione plausibile per la perdita di destrezza di Michelangelo in età avanzata e sottolinea il suo trionfo sulla malattia, continuando a lavorare fino ai suoi ultimi giorni - spiega Lazzeri - Proprio il continuo e intenso lavoro avrebbe aiutato l'artista a mantenere l'uso delle mani più a lungo possibile".

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