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Qual è l'odore della morte? La scienza aiuta le ricerche in casi di disastro

09 febbraio 2016 | 19.32
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(Afp)
(Afp)

Una corsa contro il tempo guidata dall'olfatto. In caso di disastri di massa, le chance di salvezza sono appese a un filo sottile: l'odore. Un faro che guida i soccorritori - a 4 zampe - orientandoli nel buio, fra macerie e rottami, fino alle vittime. Per migliorare la ricerca dei sopravvissuti a eventi drammatici come i terremoti o i disastri aerei, un team di scienziati australiani ha affrontato la dura impresa di 'campionare' l'odore della morte. Un fattore che potrebbe essere usato dalle squadre impegnate sul campo per decidere tempestivamente che tipo di cani schierare e rendere così più efficiente la ricerca di persone ancora in vita e poi, solo al momento giusto, dei resti umani. Evitando confusione e perdite di tempo letali in contesti simili.

Comprendere esattamente come cambiano questi odori, spiegano gli esperti dell'University of Technology Sydney in una nuova ricerca pubblicata sulla rivista 'Heliyon', garantirebbe che le risorse vengano utilizzate nel modo migliore, sguinzagliando in una determinata situazione i cani addestrati alla ricerca di sopravvissuti e, solo una volta rilevato un cambiamento nell'odore della morte, i cani addestrati a trovare cadaveri.

Nello studio è stato utilizzato uno strumento di ultima generazione per campionare l'odore che accompagna la fine di una vita. Gli scienziati hanno posizionato delle carcasse di suino - creatura fisiologicamente simile all'uomo - sul suolo in un contesto climatico estivo. E hanno analizzato in più fasi i composti presenti nell'odore subito dopo la morte e durante le prime 72 ore.

In tutto sono stati identificati 105 composti organici volatili, appartenenti a classi chimiche diverse, che hanno contribuito al cambiamento dell'odore durante il processo di decomposizione. I ricercatori hanno osservato che il mix di questi composti cambiava di ora in ora e il profilo degli odori fino a 43 ore dopo la morte risultava drasticamente diverso dal profilo degli odori rilevati successivamente. Un cambiamento determinante che ha portato gli scienziati a identificare la soglia delle 43 ore come il punto in cui si può essere certi che è avvenuto il passaggio dall'odore della vita (ante mortem) all'odore della morte.

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