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Da scienziati inglesi la strategia per scoprire il tallone d'Achille del cancro

04 marzo 2016 | 21.08
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Laboratorio analisi (Xinhua)
Laboratorio analisi (Xinhua)

Trovare il 'boss', il regista dell'attività criminale organizzata, messa in campo dal cancro, e scagliargli contro i poliziotti del sistema immunitario. E' la strategia individuata da un team di ricercatori dell'University College London e descritta in uno studio finanziato da 'Cancer Research Uk' e dal Rosetrees Trust e pubblicato su Science. Per gli autori si tratta di "una scoperta rivoluzionaria nella comprensione di come la complessità genetica dei tumori può essere riconosciuta e sfruttata dal sistema immunitario, anche quando la malattia è nelle sue fasi più avanzate".

I risultati, infatti, potrebbero guidare le immunoterapie del futuro e migliorare il modo in cui vengono utilizzati farmaci immunoterapici esistenti. Quando un tumore si sviluppa, la diversità dei suoi difetti genetici può essere contrassegnata sulla superficie delle cellule tumorali, in quanto un marchio unico, delle mutazioni uniche, appaiono in diverse parti del tumore. Analizzando i dati da centinaia di pazienti provenienti da studi precedenti, i ricercatori hanno scoperto che alcune di queste bandiere - note come antigeni - rappresentano le primissime mutazioni della malattia e vengono visualizzate su tutte le cellule del tumore, piuttosto che in un sottogruppo di cellule tumorali. Sono in altre parole le 'mutazioni madri'.

In laboratorio i ricercatori hanno poi isolato delle cellule immunitarie specializzate, chiamate cellule T, dai campioni di due pazienti con cancro del polmone. Cellule in grado di riconoscere queste bandiere comuni presenti in ogni cellula tumorale. Anche se queste cellule immunitarie potenti hanno il potenziale per spazzare via tutte le cellule cancerose all'interno del tumore, purtroppo sono spente dalle difese del tumore.

La ricerca apre la strada a terapie che attivano specificamente le cellule T per aggredire tutte le cellule tumorali in una volta sola in base alla firma genetica della malattia. In futuro, gli scienziati potrebbero sfruttare questa strategia sviluppando un vaccino terapeutico in grado di attivare le cellule T, oppure raccogliendo, coltivando e risomministrando nel paziente le cellule T che riconoscono gli antigeni comuni a tutte le cellule del cancro.

"Il sistema immunitario del corpo agisce come la polizia quando cerca di affrontare un gruppo di criminali, il cancro - spiega Sergio Quezada, co-autore dello studio -. Diversi tumori, da un punto di vista genetico, sono come una banda di teppisti coinvolti in diversi reati, dalla rapina al contrabbando. E il sistema immunitario fa fatica a tenere il passo del cancro, così come è difficile per la polizia, quando c'è così tanto da fare. La nostra ricerca mostra che, invece di inseguire senza meta tutti i reati in diversi quartieri, noi potremmo essere in grado di dare alla polizia le informazioni di cui ha bisogno per arrivare al 'boss', cioè alla radice di tutta la criminalità organizzata, il tallone d'Achille del tumore di un paziente, per spazzare via il problema per sempre".

La complessità genetica del cancro, che viene contrassegnata da antigeni tumorali, sorge quando i tumori si sviluppano in maniera ramificata. Ma i primi difetti si trovano in tutte le cellule e formano il 'tronco' della malattia, mentre le mutazioni successive si presentano in alcune cellule, ma non in tutte. Sono praticamente i 'rami' che permettono alla malattia di adattarsi e diventare resistente ai farmaci.

"E' entusiasmante - commenta Charles Swanton, co-autore dello studio -. Ora siamo in grado di dare la priorità a un obiettivo e di mirare agli antigeni tumorali presenti in ogni cellula, il tallone d'Achille di questi tumori altamente complessi. Questo apre una via per guardare ai tumori individuali di ciascun paziente" portando "all'estremo assoluto" il concetto di medicina personalizzata. Un futuro in cui "ogni paziente avrebbe un trattamento su misura unico per lui".

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