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Protesi addio, a Milano la valvola aortica si 'ritaglia' dal cuore del malato

16 marzo 2016 | 14.36
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Gianluca Polvani e Shigeyuki Ozaki in sala operatoria (Monzino Milano)
Gianluca Polvani e Shigeyuki Ozaki in sala operatoria (Monzino Milano)

Una valvola aortica nuova senza utilizzare protesi, ma solo il tessuto del paziente dal quale si ritagliano i pezzi necessari a sostituire quelli danneggiati. Un vero e proprio 'taglia e cuci' hi-tech, di precisione sartoriale e al sicuro dal rischio rigetto. La tecnica autologa, nata in Giappone 9 anni fa e applicata su oltre 1.500 persone, sbarca ora in Italia al Centro cardiologico Monzino di Milano, dove sono stati eseguiti con successo i primi interventi. Gianluca Polvani, responsabile dell'Unità operativa di Cardiochirurgia II, ha operato due pazienti insieme al cardiochirurgo nipponico Shigeyuki Ozaki, padre della metodica che porta il suo nome.

La procedura permette di creare dal pericardio, la membrana che avvolge e protegge il cuore, tre lembi che vengono impiantati sull'anello aortico del paziente e si comportano esattamente come quelli originari. "Questa tecnica rappresenta un'enorme innovazione nel campo delle sostituzioni valvolari aortiche - spiega Polvani -. Durante l'intervento viene prelevato un segmento di pericardio del paziente, dal quale con un'apposita sagoma si ricavano tre nuovi lembi, misurandoli con estrema precisione sulla morfologia della valvola aortica del paziente stesso. I nuovi lembi valvolari vengono dunque 'cuciti' sull'anello aortico per creare una nuova valvola. Al termine della procedura le immagini ecocardiografiche mostrano un perfetto movimento dei lembi valvolari e la totale assenza di insufficienza aortica. Inoltre, trattandosi di tessuto del paziente, questo tipo di sostituzione valvolare non corre il rischio di scatenare eventuali reazioni immunitarie".

Una metodica ben 'rodata', che negli anni ha dimostrato efficacia e durata: "I lembi di pericardio autologo hanno una durata esattamente sovrapponibile alle migliori protesi animali attualmente utilizzate", assicurano dal Monzino. Inoltre, "l'assenza di tessuto eterologo ci fa ipotizzare che la valvola sostituita secondo questa tecnica non andrà incontro ai consueti fenomeni degenerativi che caratterizzano le protesi valvolari".

"Ho sviluppato questa tecnica nel 2007 e, dopo numerose pubblicazioni, dal Giappone ha iniziato ad estendersi negli Stati Uniti dove viene eseguita soprattutto alla Cleveland Clinic dell'università di Pittsburgh e al Boston Children Hospital", riferisce Ozaki.

"In Europa - aggiunge l'ideatore della metodica - tra le numerose strutture di prestigio dove sono stato invitato, ho scelto come centro di riferimento della 'Ozaki technique' il Monzino, per la sua eccellente scuola di cardiochirurgia. E' stato per me un enorme piacere e un onore operare i primi pazienti europei al Monzino insieme al professor Polvani. Gli interventi sono riusciti, con grande successo e soddisfazione di tutta l'équipe".

Il Monzino diventerà dunque il centro di riferimento per la formazione dei chirurghi che vorranno sviluppare la tecnica. "Mi entusiasma - conclude Polvani - poter insegnare ai colleghi, insieme al professor Ozaki, questa nuova procedura che promette di rendere la sostituzione della valvola aortica non solo più efficace e più duratura, ma anche sempre meno invasiva e meno rischiosa per i pazienti".

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