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Giannini: "Il budget destinato alla ricerca in Italia è migliorabile, ma dignitoso"

18 aprile 2016 | 16.04
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Stefania Giannini (Fotogramma)
Stefania Giannini (Fotogramma)

La somma delle risorse destinate alla ricerca in Italia "dà un budget dignitoso, migliorabile ma dignitoso. Troppi, però, sono i rivoli in cui si disperde questa modalità di finanziamento. E questo non consente di dare una massa critica di fondi su base competitiva". E' la riflessione del ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca, Stefania Giannini, che, intervenuta oggi alla Giornata della ricerca all'università di Milano-Bicocca, fa notare come "avere una strategia della ricerca è fondamentale e significa avere delle priorità e fare delle scelte. Per quello che ne so, con il Piano nazionale della ricerca, in arrivo, è la prima volta che lo facciamo".

Il Pnr, assicura il ministro, "è pronto. Da circa 3 settimane è stato approvato in pre Cipe e ha avuto l'ok della Cabina di regia che si occupa dei fondi. Il via libera è atteso nella prossima seduta del Cipe, non so se questa settimana o la prossima. L'idea è quella di coordinare le azioni su capitale umano, dottorati innovativi e altri punti cruciali. Non è quindi un problema di risorse limitate, ma di fare strategia. Noi - prosegue Giannini - abbiamo individuato 12 aree di riferimento che non casualmente riflettono le linee di 'Horizon 2020', calate nella realtà italiana secondo una nostra sub-gerarchia".

Per la ricerca, elenca Giannini, "abbiamo 2,9 miliardi per i 22 enti di ricerca, di cui 14 a tutela Miur (e gli altri Salute, Mise, Agricoltura); 2,5 miliardi del Piano nazionale ricerca e 7 miliardi di fondi del finanziamento ordinario". Per usare queste risorse al meglio, "una parola chiave è semplificazione". Il tema della ricerca, sottolinea il ministro, "è la nostra missione prioritaria. Se questo è l'obiettivo politico, vanno immaginati gli strumenti per ottenerlo". Partendo dal capitale umano: "La ricerca la fanno le persone, soprattutto giovani, e vanno messe in condizione di farla al meglio, non bruciando generazioni. Nella mia esperienza i ragazzi, se bravi e con strutture potenti alle spalle, avevano davanti almeno 8 anni dalla laurea per arrivare a un inserimento accademico. Oggi sono un'eternità e polverizzano le speranze".

"Dobbiamo - incalza Giannini - creare condizioni irreversibili che vadano oltre la durata di un governo, per valorizzare le persone". Un punto cruciale "è la formazione qualificata, e i dottorati di ricerca, di cui i dottorati innovativi e industriali sono uno dei pilastri". Con il Pnr "da quest'anno mettiamo 381 milioni per creare una macroarea in linea con Horizon 2020 e produrre circa 6 mila nuovi posti, in un Paese che ha dai 10 ai 15 mila dottorati di ricerca". Un secondo aspetto è la selezione all'ingresso: "Il flusso deve essere continuo. Dalla legge di Stabilità è arrivata una prima risposta in questo senso. Avremo il recupero annuale di almeno mille posti di ricercatori, giovani che danno ossigeno al sistema e scommettono sul loro futuro".

Terzo punto citato dal ministro è che "chi merita vuole e deve essere valorizzato. Uno dei temi che non ci rende concorrenziali è la differenza negli stipendi e il nodo del merito. Abbiamo lavorato per avere un'Abilitazione scientifica nazionale 'a sportello', che significa che ci si potrà far valutare da una commissione internazionale in qualsiasi momento, evitando l'attesa di una finestra limitata. Commissioni la cui formazione avverrà prima dell'estate". Per Giannini, infine, "dobbiamo essere aperti e attraenti e puntare a competere con Paesi scientificamente forti. Nel Piano nazionale ricerca c'è una misura che prevede 250 milioni di euro per far sì che ogni titolare di grant dell'Erc (European Research Council) si porti dietro non meno di 500-600 mila euro come patrimonio di ricerca".

(Lus/AdnKronos)

Un secondo aspetto è la selezione all'ingresso: "Il flusso deve essere continuo. Dalla legge di Stabilità è arrivata una prima risposta in questo senso. Avremo il recupero annuale di almeno mille posti di ricercatori, giovani che danno ossigeno al sistema e scommettono sul loro futuro".

Terzo punto citato dal ministro è che "chi merita vuole e deve essere valorizzato. Uno dei temi che non ci rende concorrenziali è la differenza negli stipendi e il nodo del merito. Abbiamo lavorato per avere un'Abilitazione scientifica nazionale 'a sportello', che significa che ci si potrà far valutare da una commissione internazionale in qualsiasi momento, evitando l'attesa di una finestra limitata. Commissioni la cui formazione avverrà prima dell'estate".

Per Giannini, infine, "dobbiamo essere aperti e attraenti e puntare a competere con Paesi scientificamente forti. Nel Piano nazionale ricerca c'è una misura che prevede 250 milioni di euro per far sì che ogni titolare di grant dell'Erc (European Research Council) si porti dietro non meno di 500-600 mila euro come patrimonio di ricerca".

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