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Colpi di sonno al volante, oltre 230 morti nel 2014

22 aprile 2016 | 20.40
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(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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Ben 7.300 incidenti stradali e 231 morti nel 2014 per colpi di sonno al volante frutto della sindrome da apnee notturne (Osas). E' la fotografia scattata dagli esperti riuniti a Roma per un seminario dedicato alla sindrome e alla sicurezza stradale promosso dall'Associazione 'L'alba del terzo millennio' con medici, esperti e addetti ai lavori alla Camera.

Da poco il nostro Paese ha recepito la direttiva Ue numero 85 del 2014 sulle nuove regole da adottare in caso di rilascio o rinnovo della patente di guida a persone affette dalla malattia. In particolare sono previsti controlli accurati in caso di sospetta Osas.

"Il 4% degli uomini e il 2% delle donne nella popolazione generale tra i 30 e i 60 anni - spiega Stefano Di Girolamo, direttore della Uosd Audiologia del Policlinico Tor Vergata di Roma - presentano un alto numero di apnee per notte (pause del respiro durante il riposo notturno) e lamentano eccessiva sonnolenza durante il giorno: quindi è stato calcolato che circa 2 mln di italiani soffrono di Osas, anche se solo per una esigua minoranza finora è stato possibile porre la certezza diagnostica. L'allarme è soprattutto per le persone obese e fortemente in sovrappeso".

La direttiva Ue recepita dall'Italia con il decreto del ministero della Salute del 3 febbraio 2016 prevede una griglia specifica per il riconoscimento da parte del medico del profilo di rischio del paziente, così da individuare i soggetti e prevedere in caso di presenza di Osas una serie di verifiche. Ma, secondo gli esperti intervenuti al seminario, permangono ancora alcune criticità nell'applicazione delle norme: il filtro anamnestico del medico, perché in Italia le visite per il rilascio della patente sono "un po' troppo superficiali" o "la mancanza di controllo sulle strade" e la difficoltà nell'accesso agli esami specialistici come la polisonnografia.

"Purtroppo - osserva Di Girolamo - la conoscenza della sindrome e dei pericoli è ancora scarsa". "La sindrome delle apnee notturne è una malattia non sufficientemente conosciuta e trattata - ha spiegato Giancarlo Marano, direttore Ufficio rischio chimico, fisico e biologico del ministero della Salute nel suo intervento - La reale pericolosità è il suo effetto sul livello di attenzione o la scarsa vigilanza dovuta alla stanchezza che abbassa i riflessi. Questo fa sì che al volante aumenti il rischio di incidenti. Ma non è vero che chi ha l'Osas non può guidare, solo se non è curata c'è un alto rischio dovuto alla patologia. Nel recepimento della direttiva Ue c'è un aspetto che viene rimarcato, ovvero che se il paziente segue un trattamento può comunque guidare".

"Il ministero ha già diramato ai medici coinvolti i protocolli relativi alla direttiva - ha aggiunto Marano - se il paziente attesta che segue una terapia per l'Osas può tranquillamente guidare senza passare in commissione medica. Deve essere accertato l'aspetto che può incidere sulla guida, come la riduzione delle capacità di concentrazione. Per valutare il paziente a rischio si devono mettere insieme le informazioni cliniche, anamnestiche e quelle di un questionario che abbiamo elaborato con le società scientifiche".

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