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Due papà in bici al Giro d'Italia per combattere la distrofia

10 maggio 2016 | 15.15
LETTURA: 4 minuti

Due papà in bici al Giro d'Italia per combattere la distrofia

Passione per la bici e impegno contro la distrofia, che conoscono da vicino. Sono quelle animano Maurizio e Antonio, due papà al Giro d'Italia per far conoscere la ricerca contro la malattia. Maurizio Guanta, socio di Parent Project onlus - associazione di genitori di bambini e ragazzi con la distrofia muscolare di Duchenne e Becker - parteciperà alla nona tappa del Giro d'Italia 2016, da Radda in Chianti (Siena) a Greve in Chianti (Firenze), domenica 15 maggio, per accrescere la visibilità della lotta contro la patologia genetica rara con la quale convive suo figlio Edy.

Maurizio vive a Messina e coltiva una forte passione per la bicicletta, che coniuga da tempo all'impegno per sostenere la ricerca sulla distrofia di Duchenne e Becker: un binomio che lo ha portato a organizzare, nel corso degli anni, numerosi eventi ciclistici di solidarietà nella sua Sicilia, raccogliendo un sostegno e una partecipazione sempre più vasti e coinvolgendo spesso testimonial speciali come Vincenzo Nibali e Giovanni Visconti. Ad affiancare Maurizio, quest'anno, ci sarà Antonio Biondi, di Avezzano (L'Aquila), papà del piccolo Denis.

I due genitori saranno assistiti nel percorso dall'ammiraglia della Polisportiva Vallerbike di Castelfiorentino, e la loro pedalata ha il supporto organizzativo della Fondazione L'Eroica, con il sostegno della Federazione Ciclistica Italiana, Rcs Sport e Rai. Sabato 14 maggio, alle 17 presso il Convento di Santa Maria al Prato, a Radda in Chianti, si svolgerà una conferenza stampa organizzata dalla Fondazione L'Eroica, dedicata proprio all'iniziativa di Maurizio e Antonio, per sensibilizzare il pubblico sulla tematica della distrofia muscolare di Duchenne e Becker.

La tappa del 15 maggio, con i suoi 40,4 chilometri nella stupenda cornice dei vigneti del Chianti, rappresenta simbolicamente per Maurizio e Antonio la corsa contro il tempo sperimentata da tutti i bambini e giovani che, con le loro famiglie, affrontano la vita con la distrofia. Si tratta di malattie di carattere degenerativo, ed "è fondamentale sostenere il più possibile la ricerca scientifica che negli ultimi 20 anni ha fatto importanti passi avanti", ricorda in una nota Parent Project.

Come racconta Giulia Scala, storica volontaria degli eventi ciclistici organizzati da Maurizio per Parent Project: "Non c'è ambiente che si adatti bene come il ciclismo a questa causa, sia per il significato metaforico che la disciplina porta con sé, sia per l'amore con cui questo meraviglioso sport riesce a donare alle persone che chiedono una mano. La storia di Maurizio ed Edy, che combattono una battaglia contro la Duchenne con un coraggio pazzesco, è entrata nel cuore degli appassionati e non solo. Maurizio e Antonio correranno per continuare ad aggiungere mattoncini di speranza verso una cura definitiva per questo nemico che è la Duchenne".

La distrofia muscolare di Duchenne colpisce 1 su 3.500 neonati maschi. E' la forma più grave delle distrofie muscolari, si manifesta nella prima infanzia e causa una progressiva degenerazione dei muscoli, conducendo, nel corso dell'adolescenza, a una condizione di disabilità sempre più severa. Al momento non esiste una cura. I progetti di ricerca e il trattamento da parte di un'équipe multidisciplinare hanno permesso di migliorare le condizioni generali e raddoppiare l'aspettativa di vita dei ragazzi.

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