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"Elementare, Watson". Il cervellone di Ibm mette il camice e fa da tutor agli studenti di Humanitas

15 novembre 2016 | 14.39
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Humanitas University apre le porte a un tutor speciale: è il supercomputer Watson (foto: Humanitas)  - HUMANITAS
Humanitas University apre le porte a un tutor speciale: è il supercomputer Watson (foto: Humanitas) - HUMANITAS

Watson, il super computer di Ibm, indossa il camice. E fa il suo debutto in una Facoltà di Medicina. La missione? Fare da tutor agli studenti di Humanitas University a Milano. E' il primo caso in Europa, annuncia l'ateneo dedicato alle Scienze della vita e integrato con l'Irccs di Rozzano. Una sfida tutt'altro che 'elementare' per Watson che - caso vuole - condivide il nome con l'assistente di Sherlock Holmes, l'investigatore più famoso del mondo letterario. Ma in qualche modo anche il destino, visto che pure lui farà da 'assistente' agli aspiranti camici impegnati a indagare e risolvere casi clinici.

L'arruolamento del cervellone è al centro di un progetto di collaborazione sottoscritto tra Ibm, Humanitas University e Humanitas. Lo scopo è l'introduzione in corsia delle tecnologie cognitive a supporto dell'insegnamento e della ricerca nel settore medico. Si applicherà il cognitive computing Ibm al percorso di formazione degli studenti in Medicina, in modo da potenziarne le capacità. Il progetto prevede la creazione e la sperimentazione di un Tutor cognitivo per assistere sia i medici sia gli studenti di Medicina. Alimentato da Watson Developer Cloud, il tutor offrirà piattaforme di studio personalizzato attraverso la scelta di contenuti, simulazioni, commenti e approfondimenti basati sul livello di conoscenze del singolo studente, mediante una semplice interfaccia quale può essere un'App.

Il progetto, spiega l'università, risponde alla necessità di rendere sempre più efficiente ed efficace il percorso formativo degli studenti di Medicina dal terzo anno di studi, nel loro passaggio dalla teoria alla pratica clinica. Attualmente il ruolo di tutor è affidato ai medici dell'ospedale, e al loro lavoro in reparto a fianco degli studenti chiamati ad affrontare i primi casi e le prime diagnosi. Il Tutor cognitivo medico offrirà contenuti di tipo medico e clinico, curati da Humanitas University sulla base della letteratura scientifica, delle informazioni ricavate dai pazienti in forma anonima come le cartelle cliniche in formato elettronico (Emr) e dell'esperienza dei medici di Humanitas.

E ancora, il computer 'cervellone' aiuterà gli studenti a esplorare situazioni complesse e a scegliere tra diverse informazioni cliniche, aumentando le loro capacità potenziali al momento di simulare decisioni di tipo medico in termini di diagnosi, esami e cure. Come avviene per tutte le soluzioni cognitive in ​​campo medico - precisa l'ateneo - il sistema non sostituisce i docenti di medicina, ma li assiste nella loro attività attraverso una selezione ragionata di casi e per mezzo di un pannello che permette il controllo sulle scelte e sulle misure adottate dagli studenti.

Un esempio pratico: una donna di 70 anni si presenta in pronto soccorso dichiarando di avere fiato corto da una settimana. La sua storia clinica annovera un cancro al seno (ha fatto radio e chemio nel 2011), fibrillazione atriale e una frattura alla tibia. Gli studenti di Humanitas University avranno il supporto di Watson quando saranno chiamati a studiare e risolvere casi clinici simili e potranno sviluppare le loro capacità diagnostiche e abilità cliniche avendo a disposizione anche una banca dati intelligente.

La piattaforma 'Medical Cognitive Tutor' è personalizzabile in base al livello di conoscenza del singolo studente che, partendo da un caso con dati di pazienti reali non identificabili, dovrà definire gli elementi utili per arrivare a una diagnosi: identificare i sintomi e categorizzarli, fare un'anamnesi e formulare diverse ipotesi diagnostiche. Il sistema fornisce poi un 'feedback' personalizzato e intelligente per ogni studente.

Watson può rivalutare continuamente le ipotesi diagnostiche basate su nuove informazioni cliniche e consente di monitorare la progressione degli studenti, gli errori e le aree di miglioramento durante il processo di apprendimento. Elementi decisivi per la scelta di arruolarlo - chiarisce l'ateneo - sono stati il ​​carattere strategico degli strumenti cognitivi nell'evoluzione della pratica medica, il valore clinico e scientifico della soluzione e l'elevata efficacia resa possibile da un miglior utilizzo del tempo dei medici e dallo sviluppo di un tutor personalizzato per gli studenti.

"L'innovazione continua è uno dei nostri principali obiettivi sia in ambito medico sia in quello educativo - commenta Giorgio Ferrari, consigliere delegato di Humanitas University - Riteniamo molto interessante e sfidante questa collaborazione con Ibm. Questo accordo è un'ulteriore dimostrazione della nostra volontà di continuare a investire nella formazione dei medici di domani utilizzando strumenti e approcci sempre più all'avanguardia, fondamentali in un settore cruciale come la sanità".

Il progetto viene sviluppato da personale medico di Humanitas che ha collaborato con i ricercatori di Ibm Italia e del Research Center Ibm di Zurigo. "La collaborazione con Humanitas è per noi preziosa - aggiunge Enrico Cereda, amministratore delegato di Ibm Italia - perché ci permette di mettere in campo, primo caso in Europa, una soluzione che utilizza la tecnologia cognitiva applicata al settore della salute. Nel contempo ciò testimonia il valore del nostro impegno dedicato ai processi di digitalizzazione del Paese che, va detto, non si limita alle partnership con organizzazioni di eccellenza di questa portata".

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