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Salute: l'esperto, come riconoscere e curare le neuropatie periferiche

18 novembre 2016 | 13.43
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Lombosciatalgia, cervicobrachialgia e sindrome del tunnel carpale: tre neuropatie periferiche sempre più diffuse in Italia. Come si riconoscono e come si possono curare? Lo spiega Lucio Santoro, direttore del Dipartimento di Scienze Neurologiche dell'Università Federico II di Napoli: "I campanelli di allarme più semplici sono la sensazione di strana sensibilità alle mani o ai piedi: intorpidimento, addormentamento, puntura di spillo, talvolta anche scosse elettriche o sensazione di debolezza nelle estremità degli arti inferiori. In questo caso è bene rivolgersi al proprio medico di famiglia - consiglia l'esperto intervenuto a Venice Day 2016- il quale è sufficientemente preparato per riconoscere un problema neurologico e indirizzare al neurologo. Il neurologo infatti è lo specialista che deve diagnosticare una neuropatia periferica".

In Italia sono numerosi i centri che si occupano delle neuropatie. "Però va fatta una distinzione - avverte Santoro - tra due grandi tipologie di neuropatie. Le neuropatie geneticamente determinate, colpiscono tutto il corpo in maniera simmetrica e per queste esistono centri di eccellenza che adottano un Pdta (percorso diagnostico terapeutico assistenziale). Il Pdta prevede la valutazione clinica, estesa anche ai membri della famiglia, seguono studi neurofisiologici ed infine si effettua l’indagine molecolare per confermare la diagnosi. Ci sono poi le neuropatie acquisite disimmuni, in cui il sistema immunitario colpisce il proprio stesso organismo: sono patologie ormai note per le quali è possibile rivolgersi a centri specializzati neurologici dove saranno effettuate la raccolta accurata dell’anamnesi, l’indagine neurofisiologica e infine il trattamento infusionale".

Sulle neuropatie periferiche compressive – in particolare lombosciatalgia, cervicobrachialgia e sindrome del tunnel carpale – è stato condotto uno studio osservazionale real life, che ha coinvolto 130 medici di medicina generale e oltre 1000 pazienti nell’arco di due mesi. "Ai medici di base è stata proposta inizialmente una breve formazione sulle modalità di riconoscimento del dolore neuropatico e sulle modalità cliniche di indagine – ricorda Santoro - Dallo studio è anche emerso che la sindrome del tunnel carpale è la neuropatia più frequente dopo le lombosciatalgie e le cervicobrachialgie".

"Il medico di base quindi si confronta con questa sindrome molto spesso. Dallo studio è emerso che esiste la possibilità con determinate sostanze, come la Lac (L-acetilcarnitina), di facilitare la sopravvivenza delle fibre nervose fornendo un substrato neurotrofico, particolarmente utile per facilitare la riformazione dell’avvolgimento delle fibre nervose".

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