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Infezioni del sangue da catetere: 8.500 casi all'anno nelle terapie intensive

29 novembre 2016 | 15.29
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Le infezioni correlate all'assistenza sanitaria e sociosanitaria (Ica) sono un problema molto rilevante: gli esperti stimano che ogni anno si verifichino più di 2.600.000 nuovi casi solo nell'Unione Europea, numero superiore ai casi di influenza, Hiv e tubercolosi aggregati. Le infezioni del sangue primarie rappresentano circa il 6% delle Ica, ma sono associate al più elevato tasso di mortalità (15%). In Italia, le infezioni del sangue catetere-correlate (Cr-Bsi) rappresentano tra l'8 e il 12% delle infezioni correlate all'assistenza.

Si stimano circa 8.500 casi all'anno solo nelle terapie intensive, che gravano sul Servizio sanitario nazionale (Ssn) per circa 82 milioni di euro: 1.026 euro a paziente al giorno, per un totale di 13.000 euro a caso.

Si calcola che tali infezioni comportino un prolungamento medio della degenza in terapia intensiva pari a 9 giorni e il 'lievitare' dei costi è dovuto a spese mediche, farmacologiche e, appunto, di aumento della durata del ricovero. Le linee guida internazionali emanate dalle principali società scientifiche sono concordi nell'affermare che le Cr-Bsi possono essere azzerate ('Targeting Zero') mediante l'adozione di comportamenti virtuosi, primo tra tutti la costituzione di un team di personale dedicato e l'utilizzo di tecnologie innovative combinate in specifici pacchetti assistenziali.

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