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"Il parto cesareo influisce sull'evoluzione della specie"

06 dicembre 2016 | 20.47
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Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)

I parti cesarei stanno influenzando l'evoluzione della specie umana, spingendoci ad avere bambini più grandi. E' l'audace teoria avanzata da un nuovo studio dell'università di Vienna, pubblicato su 'Pnas' con primo autore Philipp Mitteroecker. Sullo sfondo un rebus su cui si sono incaponite generazioni di scienziati evoluzionisti: la frequenza sorprendentemente alta di problemi di parto dovuti a un gap tra la 'taglia' del feto e quella del bacino materno, definita disproporzione fetopelvica.

Gli scienziati austriaci suggeriscono che ciò sia una conseguenza diretta riconducibile a caratteristiche distinte di quella che chiamano 'selezione ostetrica' umana. E la loro tesi poggia su un modello matematico sulla base del quale gli esperti predicono un aumento del 10-20% dei tassi di disproporzione fetopelvica da quando si ricorre regolarmente al taglio cesareo.

Alcuni bambini sono troppo grandi per passare attraverso la pelvi materna e un tempo sarebbero morti durante il parto, uccidendo a volte anche la loro mamma; d'altro canto i bebè 'big' hanno più probabilità di sopravvivere nell'infanzia. Accanto a questa spinta evolutiva ce n'è però un'altra: quella che porta le donne ad avere bacini più stretti per evitare nascite premature. Grazie al taglio cesareo i bambini più grandi non muoiono più, nemmeno quando nascono da mamme con bacini stretti. E questo alimenta la tendenza a evolverci verso neonati 'oversize'.

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