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Un Sms contro il cancro dei bimbi. Torna la campagna della Fondazione Veronesi

02 febbraio 2017 | 14.02
LETTURA: 5 minuti

La campagna di raccolta fondi con Sms solidale lanciata dalla Fondazione Umberto Veronesi
La campagna di raccolta fondi con Sms solidale lanciata dalla Fondazione Umberto Veronesi

Il cancro non si impietosisce davanti alla tenera età. Colpisce gli adulti, ma anche tanti bambini, circa 250 mila ogni anno in tutto il mondo. In Italia le diagnosi tra gli under 15 sono 1.600, alle quali se ne aggiungono 1.000 che riguardano gli adolescenti dai 15 ai 19 anni. L'oncologia pediatrica e la ricerca scientifica sono scese in campo e oggi guarisce il 70% dei pazienti, l'80-90% nel caso di leucemie e linfomi. Ma la strada è lunga: le neoplasie rappresentano ancora la prima causa di morte per malattia nei più piccoli.

Scienziati e medici impegnati nella lotta contro i tumori infantili hanno da diversi anni un alleato in più: è la Fondazione Umberto Veronesi, che alla vigilia del World Cancer Day del 4 febbraio lancia una nuova campagna di raccolta fondi a sostegno del progetto 'Gold for Kids', nato nel 2014 per sostenere le cure mediche nell'oncologia pediatrica e promuovere l'informazione e divulgazione scientifica. Basta poco per contribuire: lo spazio di un Sms.

Si potrà fare da venerdì 3 febbraio al 31 marzo grazie al numero solidale 45540. Con un Sms da telefono cellulare o una chiamata da rete fissa si possono donare 2 o 5 euro. La missione: garantire cure più efficaci, migliorare la qualità della vita e aumentare la probabilità di successo delle terapie. Quest'anno l'impegno si concentrerà sui sarcomi pediatrici. Il ricavato contribuirà a finanziare un protocollo di cura per sarcomi ossei e dei tessuti molli recidivati. Tumori che colpiscono soprattutto gli adolescenti in una fascia d'età particolarmente critica per le terapie oncologiche.

Fra le nuove e promettenti strategie terapeutiche per i sarcomi ossei e dei tessuti molli recidivati e che non rispondono alle terapie convenzionali, c'è la terapia cellulare che sfrutta i meccanismi immunologici del paziente, spiegano gli esperti. Il protocollo di cura, che coinvolgerà 15 giovani pazienti all'anno per 2 anni, studierà la sicurezza di questo approccio terapeutico nei pazienti pediatrici, che al momento hanno meno del 50% di probabilità di sopravvivenza. Ciò con l'obiettivo di mettere a punto nuove modalità di cura più specifiche e con minori effetti collaterali.

I protocolli di cura, rispetto a metodi non strutturati, garantiscono elevati standard internazionali e le migliori terapie disponibili. Hanno però costi aggiuntivi quasi sempre a carico dei centri sanitari che spesso non hanno i fondi necessari per attivarli. Gold for Kids, sottolinea la Fondazione che porta il nome del celebre oncologo Umberto Veronesi, morto a Milano l'8 novembre alla soglia dei 91 anni, "vuole essere una risposta alle crescenti difficoltà che l'oncologia pediatrica sta attraversando da quando, nel 2009, in adeguamento a una direttiva europea, i costi di apertura dei protocolli sono aumentati per ospedali e centri di cura".

Dalla sua nascita a oggi il progetto ha consentito l'apertura di 2 studi clinici sulla leucemia mieloide acuta e sul linfoma di Hodgkin, 3 studi osservazionali e 3 protocolli di cura per i tumori cerebrali. Nei primi 3 anni sono stati raccolti oltre 1 milione e mezzo di euro.

La Fondazione Veronesi lavora in sinergia con Aieop (Associazione italiana di ematologia e oncologia pediatrica) e la sua Fondazione Fieop, a cui vengono devoluti i fondi raccolti per sostenere le spese di apertura e gestione dei protocolli di cura nei reparti di oncologia pediatrica di tutta Italia. La sfida scelta per il 2017 si spiega con i dati: per alcune categorie di pazienti, come quelli affetti da osteosarcoma e sarcoma di Ewing con metastasi all'esordio, oppure con sarcomi ossei e dei tessuti molli recidivati o refrattari alle terapie, la prognosi rimane tuttora infausta con percentuali di sopravvivenza a 5 anni inferiori al 50%. E' necessario, evidenziano gli esperti, introdurre nuovi schemi terapeutici al fine di migliorare le probabilità di guarigione senza determinare un aumento della tossicità correlata ai trattamenti.

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