Una 'mappa mentale del terrore' per evitare di cadere ancora in brutte esperienze. E' questa la scoperta - pubblicata recentemente su Nature - di un gruppo di ricercatori di due atenei texani, la Rice University e il Baylor College of Medicine, che hanno analizzato l'attività cerebrale di alcuni ratti individuando quelle particolari aree del cervello che si attivano durante un ricordo brutto, doloroso o spaventoso associato a un luogo specifico.
Per riuscirci, il team ha condotto un esperimento in tre distinte fasi: inizialmente i ricercatori hanno lasciato i ratti liberi di muoversi in un percorso stabilito, poi hanno aggiunto un passaggio obbligato in cui i roditori hanno ricevuto una scossa elettrica e, infine, hanno monitorato attraverso delle scansioni cerebrali il comportamento dei topi da laboratorio inseriti nuovamente nel percorso. Il risultato? Impauriti dalla precedente e dolorosa esperienza, i ratti hanno evitato accuratamente di riavvicinarsi al punto dove avevano preso la scossa.
A tracciare la 'mappa' che ha impedito ai topi di ripetere l'esperienza, si è così scoperto grazie al monitoraggio, sono i neuroni del sistema limbico, nell'ippocampo, che si attivano esattamente al momento del ricordo shock. Secondo gli autori della ricerca, che hanno esplorato ancora una volta il lobo temporale sede della memoria a lungo termine, lo studio dei meccanismi della 'mappa mentale' potrebbe aiutare gli scienziati nella lotta contro l'Alzheimer e, più in generale, contro tutte le patologie legate alla perdita di memoria.
