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Lo smartphone legge la retina con D-Eye, cover made in Italy

08 aprile 2017 | 12.58
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Andrea Russo visita un bimbo con D-Eye
Andrea Russo visita un bimbo con D-Eye

Si chiama D-Eye, è una cover per smartphone e trasforma il telefonino in uno strumento preciso, efficace e super rapido per 'leggere' l'occhio e diagnosticare eventuali difetti della retina. In modo semplice e comodo anche nei bambini, e con la possibilità di condividere i risultati via email per un confronto 'social' fra specialisti. Il nuovo strumento, figlio del genio italiano, è una delle novità in vetrina al Capri Campus pediatrico 2017, organizzato dall'Osservatorio nazionale sulla salute dell'infanzia e dell'adolescenza (Paidòss) e dalla Società italiana medici pediatri (Simpe), in corso nell'isola dal 6 al 9 aprile.

Dopo le cover colorate a stampe spiritose, quelle luminose per selfie al buio o con batteria incorporata per ricaricare il telefono, arriva dunque la cover che una volta agganciata all'iPhone ne fa uno degli strumenti più utili nell'ambulatorio di pediatri e oculisti: l'oftalmoscopio per l'analisi del fondo oculare. L'inventore di D-Eye è Andrea Russo, oculista della Clinica oftalmologica dell'università di Brescia, che con la sua idea sta rivoluzionando il modo di fare diagnosi oculistiche in Italia e all'estero, spiegano i pediatri riuniti al congresso, ai quali è stata messa a disposizione la speciale cover. Premiata anche dall'American Academy of Ophthalmology e dalla Società oftalmologica italiana.

"Non è facile tenere un bambino piccolo fermo per analizzare il fondo dell'occhio e, per esempio, valutare se c'è il riflesso rosso indicativo di anomalie della retina - spiega Giuseppe Mele, presidente di Paidòss - Uno strumento come questo, che consente di fare un'analisi approfondita della retina, del nervo ottico e del cristallino soltanto avvicinando l'iPhone al viso del bimbo, permette di fare diagnosi rapidissime, più semplici e anche più precise rispetto all'oftalmoscopio classico". Mentre infatti "lo strumento standard deve essere quasi 'appiccicato' alla faccia e non è gradito, chiedere a un piccolo di guardare la lucina di uno smartphone, peraltro di intensità attenuata e filtrata rispetto a quella del flash, non crea fastidi". Anzi, si sa che "i cellulari sono oggetti che affascinano tutti i bimbi". Ma non è tutto: "D-Eye può vedere una zona di retina più ampia rispetto all'oftalmoscopio classico ed è anche social, perché le immagini possono essere registrate e condivise con i colleghi per un consulto in caso di sospetto diagnostico".

"Tutto questo - assicura Mele - rende la cover D-Eye uno strumento utilissimo per ogni pediatra, perfetto per test rapidi di screening. Se poi si teme che ci sia un problema, ovviamente si passa a esami più approfonditi con le macchine fotografiche che si trovano negli ospedali, più ingombranti e costose". Il numero uno di Paidòss promuove lo strumento a pieni voti: "La versatilità è notevole, ma quello che colpisce è la facilità d'uso e la precisione di diagnosi - ribadisce lo specialista - Si tratta di uno strumento che potrà probabilmente sostituire l'oftalmoscopio standard, in un futuro non troppo lontano".

La cover, alle cui funzionalità si accede grazie a una specifica App da installare sul telefono, è in alluminio e costa poco meno di 400 euro. Funziona grazie a minuscoli magneti ai quali viene fissato un piccolo dispositivo ottico che rende l'illuminazione dello smartphone coassiale con la telecamera. In questo modo viene eliminato qualsiasi riflesso e il medico - confermano gli esperti in summit - può vedere chiaramente all'interno dell'occhio, affacciandosi a una 'finestra' perfetta per individuare anomalie come la cataratta congenita o il retinoblastoma. Inoltre, la capacità di messa a fuoco dello smartphone permette di compensare l'eventuale difetto visivo del paziente. La semplicità d'uso rende D-Eye ideale per essere utilizzata ovunque. Per ora, il limite è la compatibilità con i soli iPhone.

Russo ha depositato il brevetto di D-Eye 3 anni fa, e grazie all'incubatore di start-up padovano Si14 ha iniziato a produrlo a livello industriale dopo aver ottenuto la certificazione europea CE e quella della Food and Drug Administration statunitense.

"Il vantaggio di D-Eye è che è che chiunque di noi ha uno smartphone in tasca - osserva l'inventore - Lo svantaggio che i modelli cambiano ogni pochi mesi e ogni volta è necessario realizzare una cover 'sartoriale' per ciascuna nuova tipologia di telefono. L'iPhone - precisa Russo - è lo smartphone con una geometria più stabile, per cui per il momento ci siamo concentrati su questi modelli. L'obiettivo ora è creare un D-Eye universale", una cover 'jolly' "che possa adattarsi a qualunque modello di cellulare. Il dispositivo, oltre a essere utile per i test nei bambini - conclude l'esperto - è molto valido anche in altre situazioni cliniche: è stato testato per l'analisi di adulti con retinopatia diabetica o ipertensiva, per esempio, e anche per riconoscere le alterazioni retiniche nei pazienti con glaucoma".

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