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La prima pappa di Tomasino, dalla Moldavia a Milano per dire addio al sondino

23 maggio 2017 | 12.37
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La prima pappa di Tomasino(foto Policlinico di Milano)
La prima pappa di Tomasino(foto Policlinico di Milano)

Il seno di mamma, le prime pappe, i biberon: la normalità per tutti bebè, negata per Tomasino (nome di fantasia). Il piccolo, nato in Moldavia con una malformazione dell'esofago e della trachea e condannato al sondino a vita, ha trovato a Milano il bisturi della salvezza, che lo ha liberato da un destino appeso a un tubicino collegato direttamente allo stomaco. Oggi, a 18 mesi di vita, ha finalmente potuto assaggiare la sua prima pappa, grazie a un intervento eseguito dai chirurghi pediatrici del Policlinico del capoluogo lombardo, alla mobilitazione del volontariato che è sceso in campo per trovare i fondi necessari a coprire le spese per l'operazione e al provvidenziale contributo di un benefattore. Una storia di medicina e solidarietà.

Motore di tutto i genitori di Tomasino, che non si sono rassegnati davanti alla diagnosi, hanno cercato sul web una possibile soluzione, anche all'estero. E' così che sono venuti a conoscenza degli interventi di Ernesto Leva, direttore della Chirurgia pediatrica dell'Irccs milanese. Provano a contattarlo per chiedergli aiuto. Ma c'è una trafila burocratica da affrontare: l'intervento è costoso - ci vogliono almeno 15 mila euro - e la Moldavia non fa parte dell'Unione europea, quindi gestire il rimborso sanitario è complicato. E' qui che entra in gioco il volontariato. L'associazione Cieli Azzurri Onlus, di cui lo stesso Leva fa parte e che ha progetti dedicati come 'Bambini senza frontiere', si rimbocca le maniche e si mette a caccia di fondi per operare Tomasino. Il denaro arriva subito, grazie alla famiglia di Tommaso Rocca, che con una donazione personale permette di coprire tutte le spese.

A causa della malformazione che lo accompagnava dalla nascita Tomasino non ha mai potuto essere allattato, non ha potuto bere, nemmeno provare le prime pappe durante lo svezzamento. E' cresciuto unicamente grazie al sondino che gli portava il latte direttamente nello stomaco. Per l'ospedale che lo ha seguito in Moldavia, il suo Paese natale, questa condizione era una condanna: per i medici non c'era nulla da fare, avrebbe mangiato così per tutta la vita e sarebbe sempre stato esposto a pericolose infezioni. L'intervento della svolta è "molto complesso", spiega Leva, "e in Moldavia non poteva venir eseguito per mancanza di strutture in grado di effettuarlo. In queste condizioni il piccolo sarebbe stato costantemente in pericolo di vita per rischio di infezioni ai polmoni".

L'Unità operativa di chirurgia pediatrica del Policlinico di Milano è uno dei Centri di riferimento nazionale ed europeo per casi così, "data l'esperienza dei chirurghi che collaborano con anestesisti, otorinolaringoiatri, pediatri, neonatologi e infermieri di eccellente livello clinico-assistenziale. Interventi di questo tipo - racconta Leva - vengono realizzati da un team multidisciplinare".

Tomasino, grazie ai fondi raccolti, arriva in Italia ad aprile e il 26 dello stesso mese viene operato nell'Irccs di via Sforza. "La piena sinergia tra chirurghi pediatri e anestesisti, che hanno gestito con tecnica mininvasiva un caso così complesso, e il personale infermieristico - aggiunge il chirurgo - ha consentito che tutto andasse bene. Nei giorni scorsi il piccolo è stato dimesso in ottime condizioni generali e ha iniziato, per la prima volta nella sua vita, a mangiare e bere latte per bocca".

"Ancora una volta - commenta Simona Giroldi, direttore generale del Policlinico di Milano - si conferma la grande sinergia tra l'ospedale, la beneficenza e il volontariato, che da 6 secoli porta avanti la missione del Policlinico del prendersi cura di tutti, mettendo a disposizione le migliori conoscenze disponibili, valorizzando sempre il lato sociale e umano e superando tutti i possibili ostacoli". Oggi Tomasino può vivere una vita uguale a quella di tutti i bambini. Piccole cicatrici sul torace come unico ricordo di quello che è stato, unica traccia del delicato intervento.

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