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Medicina: lotta a ipotermia, 'Chirurgia senza brivido' fa tappa a Roma

12 giugno 2017 | 14.13
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Medicina: lotta a ipotermia, 'Chirurgia senza brivido' fa tappa a Roma

Informare anestesisti, rianimatori, management della sanità e cittadini sui rischi e le possibili soluzioni dell’ipotermia in sala operatoria, ma anche sensibilizzare le Istituzioni alla creazione di protocolli regionali. Questi gli obiettivi della Campagna di sensibilizzazione 'Chirurgia senza brivido', promossa da 3M Salute con il coordinamento scientifico di Siaarti, Società italiana di anestesia analgesia rianimazione e terapia intensiva, che fa tappa oggi a Roma, alle ore 14 alla Casa dell’Aviatore con il workshop del ciclo 'Normo Days'. La Campagna - spiegano gli organizzatori - consiste in un percorso educativo volto alla diffusione delle 'Buone pratiche cliniche' di Siaarti. Dodici le città italiane interessate dai 'Normo Days', workshop itineranti dove saranno coinvolti capi dipartimento, primari di anestesia e rianimazione, direzione sanitaria e Risk Manager.

I Normo Days permetteranno di stimolare l’apertura di tavoli di lavoro per la creazione di protocolli ospedalieri e regionali, traducendo così i suggerimenti delle 'Buone pratiche cliniche' in azioni concrete e finalizzate ad una migliore gestione della normotermia negli ospedali italiani. I Normo Days vedranno inoltre un momento di confronto in occasione del Congresso nazionale Siaarti, in programma ad ottobre a Rimini, per valutare le proposte e i progetti realizzati nelle tappe precedenti. Dopo Napoli, Milano e Roma altri 9 workshop sono in programma a Bari e Nuoro a giugno; Torino, Treviso, Firenze e Palermo a settembre; Genova e Rimini a ottobre e Chieti/Pescara a novembre.

"Con il lancio di questa campagna - spiega Alessandro Lofoco, Sales & Marketing Manager di 3M - vogliamo supportare un passaggio culturale fondamentale nel nostro Paese nel monitoraggio e gestione della temperatura centrale, perché siamo convinti che il nostro contributo non debba limitarsi al rendere disponibili tecnologie avanzate ma debba andare oltre, pensando al contesto in cui operiamo e a migliorare le condizioni dei pazienti che affrontano un intervento chirurgico. Pazienti più informati e personale sanitario aggiornato sulle migliori pratiche cliniche aiuteranno la riduzione degli eventi avversi correlati all’ipotermia. Siamo orgogliosi di lavorare in partnership con Siaarti, società scientifica di riferimento del panorama anestesiologico nazionale".

Per sensibilizzare il personale medico, Siaarti ha recentemente emanato le 'Buone pratiche cliniche per la normotermia', un documento di linee guida destinate agli operatori coinvolti lungo tutto il percorso chirurgico del paziente: nel reparto, nel blocco operatorio (Bo), in pronto soccorso, Rianimazione e Recovery Room. Il documento completo è disponibile sul sito siaarti.it/standardclinici.

Siaarti aveva già pubblicato nel 2001 "le prime 'Raccomandazioni sulla normotermia perioperatoria' - ricorda Flavia Petrini, professore ordinario dell’università di Chieti-Pescara, presidente eletto Siaarti e responsabile della medicina perioperatoria Asl2 Abruzzo - anticipando 'bundle' della medicina perioperatoria fondamentali come questo. Lo stesso 'Manuale per la sicurezza in sala operatoria e check-list' del ministero della Salute, raccomanda il monitoraggio della temperatura centrale, funzione vitale da registrare e correggere per prevenire complicanze temibili e gravi in chirurgia. Sottovalutare l’ipotermia accidentale è quindi un errore umano che l’anestesista rianimatore impegnato nella gestione del rischio deve poter evitare".

"Non si può tuttavia considerare la sola responsabilità anestesiologica - aggiunge Petrini - tutto il team può contribuire ad evitare le conseguenze, riscaldando i pazienti, prima, durante e dopo l’intervento. Rispettare 'buone pratiche cliniche' come questa può essere semplice grazie all’evoluzione della tecnologia: è però necessario richiamare l’attenzione di tutti gli operatori, sia clinici che responsabili addetti dell’organizzazione sanitaria, ricordando come il costo della tecnologia appropriata è risibile a confronto con il risparmio dalle complicanze".

Di questo indicatore di buona pratica clinica si parla poco - sottolineano gli organizzatori della Campagna - ma l’ipotermia accidentale rappresenta una conseguenza frequentissima degli interventi chirurgici. La sensazione di freddo dopo una operazione è tra i più comuni ricordi raccontati dai pazienti. L’ipotermia (ovvero una temperatura centrale corporea inferiore a 36 gradi C) interessa infatti tra il 50%-90% dei pazienti sottoposti sia a operazioni chirurgiche maggiori sia a procedure brevi.

E' un fenomeno dovuto a molte concause, non solo all’effetto dell’anestesia, generale o locoregionale, che oltre ad arrecare disagio per il paziente comporta un aumento dell’incidenza di complicazioni quali maggiore rischio di mortalità, necessità di emotrasfusione, degenze ospedaliere più lunghe, e aumento del rischio di infezione della ferita chirurgica, con conseguente aumento dei costi per gli ospedali.

Dalla survey condotta da Siaarti emerge che il monitoraggio della temperatura è un aspetto che gli operatori considerano rilevante nei casi di chirurgia maggiore (interventi che durano più di 3 ore) e in corso di anestesia generale. Altrimenti viene man mano trascurato. "E' importante che il paziente venga riscaldato attivamente prima dell’inizio dell’intervento. La temperatura corporea, infatti, si disperde principalmente nei primi 30-60 minuti - spiega Luigi Tritapepe, responsabile divisione Anestesia e terapia intensiva in cardiochirurgia Policlinico Umberto I Università La Sapienza di Roma - Questa 'buona pratica' consentirebbe, con costi contenuti, di prevenire complicanze anche gravi ed è fondamentale non solo negli interventi di lunga durata, ma anche in quelli brevi che possono anche non prevedere un taglio chirurgico e non svolgersi all’interno di una sala operatoria".

"Auspichiamo - prosegue Tritapepe - che venga implementata, a livello nazionale, una check list che includa il monitoraggio della temperatura e il riscaldamento del paziente. Il nostro ospedale rappresenta un caso di eccellenza nel panorama regionale e nazionale: da sempre il paziente viene riscaldato in modo attivo in sala operatoria anche quando si tratta di interventi di breve durata e in anestesia loco regionale. Questo consente minori complicanze, maggiore comfort e potrebbe contribuire a migliorare la gestione del dolore post operatorio".

Per 'fotografare' la situazione italiana, in occasione della Campagna Siaarti ha condotto una survey sulla gestione della normotermia perioperatoria, proprio per individuare lo stato dell'arte e le differenze tra le varie regioni. Dall’indagine è emerso che nell’82% delle strutture del Lazio la temperatura corporea, prima dell’ingresso in sala operatoria, viene misurata raramente o mai; nel 70% dei casi invece non viene effettuato il monitoraggio della temperatura corporea centrale. Nell’88% degli ospedali non è presente un protocollo specifico relativo a questi aspetti.

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