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Sanità: 1 mln con retinopatia diabetica, rischio spesa +4,2 mld in 15 anni

06 luglio 2017 | 12.07
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Sanità: 1 mln con retinopatia diabetica, rischio spesa +4,2 mld in 15 anni

La retinopatia diabetica colpisce oggi oltre 1 milione di pazienti in Italia. E "in assenza di un miglioramento del quadro assistenziale la patologia genererà un aumento della spesa sanitaria di 4,2 miliardi di euro nel 2015-2030", secondo un recente studio condotto dal Ceis-Università di Roma Tor Vergata. A lanciare l'allarme gli esperti e il mondo dell'advocacy riuniti al II Forum nazionale sulla patologia 'Retinopatia Diabetica: una lotta possibile', al Senato, che hanno lanciato un appello a politica e istituzioni per una "risposta sanitaria adeguata a contrastarne la crescente diffusione", nell'incontro promosso dall’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità (Iapb Italia Onlus) e dalla rivista di economia e politica sanitaria Public Health & Health Policy (PH&HP).

Al centro delle 'richieste' prevenzione e screening per debellare la crescita della patologia, il suo impatto sulla qualità della vita, il miglioramento dell’allocazione delle risorse umane ed economiche, la centralità delle linee guida e dei percorsi diagnostico-terapeutici, il salto di qualità offerto dalla telemedicina per la diagnosi precoce e un maggiore dialogo tra medici di medicina generale, oculisti e centri diabetologici. Dunque: più finanziamenti ai centri oculistici, incremento della programmazione delle attività, predisposizione di percorsi diagnostici terapeutici assistenziali e un incremento delle attività di prevenzione e dello screening in campo oculistico.

"Sensibilizzazione, diagnosi precoce e riabilitazione sono le tre parole chiave della nostra azione per ridurre il numero ancora oggi insostenibile dei pazienti diabetici che perdono la vista: circa il 30%", ha affermato Giuseppe Castronovo, presidente di Iapb Italia Onlus. Sono infatti ancora molti i pazienti sotto-diagnosticati (solo l'11% dei soggetti diabetici è stato sottoposto a visita oculistica), non trattati adeguatamente o non sottoposti a screening. Una quota importante dei malati in trattamento non aderisce pienamente alle cure, assumendo solo in parte i farmaci o non completando le somministrazioni previste. E l’offerta dei centri oculistici specialistici per il trattamento della patologia risulta inadeguata sul piano della quantità e distribuita geograficamente in modo disomogeneo sul territorio.

"Medici di medicina generale e oculisti sono consapevoli che il problema è condiviso - spiega Claudio Cricelli, presidente della Società italiana di medicina generale - Si dovrebbe partire proprio dallo screening retinografico, che in futuro dovrebbe essere eseguibile già presso l’ambulatorio del medico di base, ma refertato da un oculista, perché senza integrazione non si va da nessuna parte". Per il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Walter Ricciardi, "siamo di fronte a un problema di sanità pubblica che va assolutamente affrontato così che il sistema sanitario possa essere in grado di gestire la situazione in modo sistematico e strutturale. Occorre offrire ai cittadini una risposta omogenea superando le oggettive differenze nella gestione, che oggi si registrano su scala regionale".

Sempre secondo lo studio del Ceis, che ha calcolato l'incremento della spesa sanitaria anno per anno per i pazienti con retinopatia diabetica per ciascuna regione dal 2015 al 2030, l’impatto più forte viene registrato per la Lombardia con una spesa 940,9 milioni di euro al 2030, seguita dalla Puglia con 640,1 milioni, e dalla Sicilia, con 418,8 milioni. Tra le Regioni per cui verrebbe registrato un impatto minore, invece, Umbria, con 37,3 milioni, Marche, con 41,5 milioni, Liguria, con 44,5 milioni.

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