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Calvi o con tempie grigie precoci? Più rischi per cuore

30 novembre 2017 | 17.46
LETTURA: 3 minuti

Calvi o con tempie grigie precoci? Più rischi per cuore

Oggi il look alla Vin Diesel è molto di moda, ma dalla ricerca arriva una cattiva notizie per gli uomini che hanno perso presto i capelli o li hanno visti diventare grigi. Calvizie o grigiore precoce, infatti, rappresentano un fattore di rischio cardiovascolare più dell'obesità nei maschi under 40. Lo rivela uno studio su oltre 2.000 uomini condotto in India. Il lavoro sarà illustrato alla Conferenza annuale della Cardiological Society of India a Kolkata.

La ricerca ha esaminato 790 uomini under 40 con coronaropatia e 1.270 coetanei sani della stessa età. Gli scienziati hanno analizzato la storia clinica dei partecipanti, indagando anche sui tempi in cui avevano perso i capelli o li avevano visti ingrigirsi. Poi hanno correlato i dati con la severità dei sintomi di cardiopatia. Ebbene, i ricercatori hanno scoperto che gli uomini con malattia cardiovascolare erano più inclini degli altri ad aver sperimentato un incanutimento precoce: 50% rispetto al 30% dei controlli sani. Risultato analogo per la calvizie da giovani: 49% contro il 27% dei coetanei sani. In pratica, nei primi il rischio è risultato maggiore di 5 volte rispetto al gruppo di controllo, e nei secondi di 5,6 volte. L'obesità è stata associata a un aumento di 4 volte del pericolo di coronaropatia.

Per Kamal Sharma, principale ricercatore dello studio, "la possibile ragione potrebbe essere legata al processo di invecchiamento biologico, che potrebbe essere più veloce in alcuni pazienti e riflettersi nel cambiamento dei capelli". Tanto che per Dhammdeep Humane dell'Un Mehta Institute of Cardiology and Research Centre di Ahmedabad, primo autore della ricerca, gli uomini con calvizie precoce o incanutimento prematuro "dovrebbero essere attentamente monitorati per coronaropatia e ricevere indicazioni per uno stile di vita sano, come una dieta salutare, l'attività fisica regolare e il controllo dello stress".

Per Marco Rossi, responsabile della Cardiologia interventistica dell'ospedale universitario di Ginevra, "la valutazione dei fattori di rischio è cruciale per la prevenzione e la gestione della malattia cardiovascolare. I classici fattori di rischio come la storia familiare di coronaropatia, la vita sedentaria, il fumo, il colesterolo alto e l'ipertensione sono responsabili della vasta maggioranza delle malattie cardiovascolari. Resta da determinare - conclude sulla Bbc online - se nuovi fattori di rischio come quello descritto possano migliorare la valutazione del rischio cardiovascolare".

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