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Mummie egizie di animali sotto la Tac a Milano, c'è anche un falso

05 dicembre 2017 | 20.03
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La squadra del Mummy Project Research al lavoro (Fatebenefratelli di Milano) - Fatebenefratelli Milano
La squadra del Mummy Project Research al lavoro (Fatebenefratelli di Milano) - Fatebenefratelli Milano

Sette gatti, due falchi, due cuccioli di coccodrillo, due rettili tra cui un serpente con le spire attorcigliate, un cane o meglio un falso cane. Sono le 14 mummie egizie di animali che sono finite sotto la Tac all'ospedale Fatebenefratelli di Milano. Gli esemplari del Museo civico delle scienze naturali di Brescia sono stati esaminati con la tomografia computerizzata ieri dall'équipe multidisciplinare del 'Mummy Project Research' diretta dall'archeologa Sabina Malgora, in collaborazione con Luca Bernardo, direttore del Dipartimento materno infantile e della Struttura complessa di pediatria della struttura sanitaria milanese, con il team di radiologi di Antonio Giancarlo Oliva e con il direttore del museo bresciano Paolo Schirolli.

Le indagini spiegano gli esperti, "ci hanno permesso di vedere al di sotto delle bende, con una sorta di autopsia virtuale. Abbiamo così potuto visualizzare nella maggior parte dei casi i corpi degli animali. È stato interessante scoprire una falsa mummia creata forse dai sacerdoti egizi per soddisfare la grande richiesta di mummie come doni votivi". La sorpresa si nascondeva dietro il presunto cane: sotto le bende solo alcune ossa e stoffe arrotolate.

Nessun utente dei nostri tempi ha dovuto attendere per l'arrivo degli 'anziani' pazienti in sala Tac: l'esame è stato effettuato oltre l'orario della normale diagnostica medica, in modo da non interferire con la regolare attività dell'ospedale. I medici hanno operato quindi al di fuori del loro orario di lavoro, come volontari. L'èquipe del Mummy Project Research, formata da specialisti italiani e stranieri, ha visto operativi, oltre a Malgora e Bernardo, anche Mauro Di Giancamillo, ordinario di Clinica chirurgica veterinaria dell'università di Milano, Antonio Curci, archeozoologo e professore associato di Metodologie della ricerca archeologica all'università di Bologna e l'archeoantropologa Francesca Motta, assistiti nella logististica da Vittoria Oglietti di Smov.

L'indagine fa parte di un progetto più ampio sui reperti bresciani che prevede anche analisi molecolari e studi approfonditi. Il team punta a restituire un'identità il più possibile esaustiva alle mummie oggetto di indagine, completando il quadro storico e culturale da cui provengono, chiariscono gli esperti. Per quanto riguarda gli animali, nell'Antico Egitto sono sacri in quanto considerati manifestazione degli dei. Ogni divinità era associata a una o più specie.

Alcuni esemplari erano allevati con tutti gli onori nei templi, in quanto rappresentavano gli dei sulla terra. Così il coccodrillo è sacro a Sobek, dio delle acque, della fertilità, della potenza militare e associato al Nilo e al faraone. Il gatto a Bastet, dea della casa, della femminilità, della fertilità e delle nascite; il falco ad Horus, uno degli dei più complessi del pantheon egizio, figlio di Iside e Osiride, legato al trono in quanto il faraone è considerato il dio Horus vivente. Alla loro morte, continuano gli studiosi, tali esemplari erano mummificati e sepolti in apposite necropoli. In Epoca Tarda, dal 650 a.C. in avanti, si diffonde nel credo religioso l'abitudine di dedicare agli dei mummie di animali come ex-voto. Per questo motivo sono state ritrovate molte necropoli di mummie di animali, stracolme. Ogni essere vivente che viene mummificato si identifica nel dio Osiride, dio della rigenerazione e dio dell'Oltretomba e con lui condivide il destino di vita eterna.

In Egitto però gli animali erano amati per le loro caratteristiche e abilità, esattamente come oggi. Cani e gatti vivevano in casa a fianco dei loro padroni e ne condividevano anche il destino eterno dell'aldilà, mummificati alla morte e sepolti nelle tombe di famiglia. "La Pet Therapy, fiore all'occhiello del Fatebenefratelli - raccontano gli scienziati - era in un certo senso già nota agli Egizi, infatti vi sono raffigurazioni di scene domestiche con animali da compagnia". Nelle prossime settimane proseguiranno gli studi e le analisi per recuperare il maggior numero di informazioni scientifiche e approfondire le conoscenze sugli animali, sul paleo-ambiente e sulle tecniche di mummificazione. E avere così un quadro più completo.

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