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Cent'anni dalla 'Spagnola', ecco i virus da tenere d'occhio

03 gennaio 2018 | 10.49
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Sono ormai passati 100 anni dalla Spagnola, la famigerata pandemia influenzale conosciuta come il peggior disastro dell'umanità. "In sei mesi, fra l'ottobre del 1918 e l'aprile del 1919, contagiò 1 miliardo di persone, con 50 milioni di morti, più della I Guerra Mondiale. E una stima che per l'Italia oscilla tra 375.000 e 650.000 vittime. La letalità del virus era altissima: arrivò anche al 70%". A ricordarlo è il virologo dell'Università di Milano Fabrizio Pregliasco, che oltre all'identikit della temibile 'Spagnola', evidenzia all'Adnkronos Salute 3 virus da tenere d'occhio.

Ma perché la pandemia del 1918 fu chiamata Spagnola? "La Spagna era una nazione neutrale, e l'esistenza di questa epidemia fu riportata inizialmente solo dai giornali spagnoli, mentre negli altri Paesi all'inizio il fenomeno fu nascosto e presentato come limitato alla Spagna. Ma l'epidemia fu pesantissima in tutta Europa e negli Stati Uniti - ricorda Pregliasco - A scatenarla fu una variante aviaria asiatica del virus H1N1, e proprio volatili e suini sono da tenere sotto controllo per il rischio di nuove pandemie". La buona notizia è che "oggi, rispetto al passato, è aumentata di molto la nostra capacità di individuare le varianti".

Ma i progressi della scienza non devono indurre ad abbassare la guardia. "In particolare ci sono 3 varianti che circolano in Cina e Usa da tenere sotto controllo: si tratta di H5N6, H7N9 e H9N2, virus contratti da persone che erano venute in contatto con pollame vivo. I volatili e i suini fanno infatti da catalizzatori del ceppo virale, come è accaduto nell'ultima pandemia del 2009", la cosiddetta 'febbre suina', causata da una nuova variante del virus A/H1N1.

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