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Trapianto record a Pisa

05 febbraio 2018 | 14.55
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(Fotogramma)
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L'azienda ospedaliero-universitaria pisana annuncia l'esecuzione del primo trapianto di fegato da donatore a cuore non battente mediante utilizzo del sistema di perfusione normotermica. "Si tratta del primo intervento di questo tipo mai realizzato in ambito internazionale. Altri centri italiani e esteri hanno infatti realizzato trapianti di fegato da donatore a cuore non battente - precisano dall'Aoup - ma nessuno aveva finora usato la combinazione delle due procedure, ossia anche la perfusione normotermica".

Il programma regionale di trapianto di organi da donatore a cuore non battente (Dcd-donazione dopo la morte cardiocircolatoria) era stato avviato sul finire del 2016 e aveva visto la realizzazione solo di trapianti di rene. Nel 2017 però la macchina organizzativa del Centro trapianti di fegato ha lavorato alla realizzazione della perfusione normotermica, un'innovativa tecnica che consente di perfondere l'organo del donatore dopo il prelievo con sangue e nutrienti, prima ancora che sia trapiantato nel ricevente. Così, dopo avere eseguito 14 procedure con questo tipo di perfusione, l'équipe pisana l'ha applicata ieri per la prima volta alla donazione del fegato da un donatore a cuore non battente. Combinare la perfusione normotermica al trapianto da Dcd ha l'obiettivo di migliorare le condizioni del fegato e di 'testarlo' prima che sia trapiantato, valutandone la qualità.

Nella serata di sabato 3 febbraio, all'Aou fiorentina di Careggi si è reso disponibile un donatore Dcd. Sono immediatamente partite le procedure di segnalazione, l'attivazione dell'équipe di coordinamento infermieristico aziendale e l'allerta dell'équipe di prelievo. Dopo avere prelevato il fegato, l'organo è stato portato a Pisa dove è stato sottoposto a circa 3 ore di perfusione normotermica prima di essere trapiantato su un paziente toscano in lista al Centro trapianti Aoup da circa 2 mesi. "Questo intervento apre la strada all'attivazione su grande scala del programma Dcd regionale con la prospettiva di offrire una soluzione terapeutica a pazienti in attesa di un fegato", prosegue l'Aoup precisando che il risultato rappresenta lo "sforzo collettivo di una macchina organizzativa aziendale complessa ed efficiente, che ha visto impegnati circa 200 professionisti tra chirurghi, medici, anestesisti, infermieri e tecnici, insieme a tutti gli altri servizi aziendali".

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