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Il sorriso si spazzola così

27 marzo 2018 | 16.57
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(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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La salute dei denti comincia quando i denti non ci sono. Nei bebè "è importante detergere le mucose subito dopo la poppata, così si insegna al bambino ad associare la fine del pasto a una sensazione di bocca fresca". Se lo impara da neonato lo ricorderà per tutta la vita, e da grande dopo avere mangiato metterà sempre mano a spazzolino e dentifricio. E' rivolto alle mamme il primo consiglio di Antonia Abbinante, presidente dell'Associazione igienisti dentali italiani (Aidi), intervenuta a Milano alla presentazione della campagna 'Destinazione: gengive sane', lanciata da Gsk Consumer Healthcare in collaborazione con Aidi. La seconda regola d'oro è rivolta a tutti e riguarda il tempo di spazzolamento: "Minimo 2-3 minuti", il quadruplo della durata media di lavaggio, pari 47 secondi.

Come confermano anche le Linee guida ministeriali, "l'igiene orale quotidiana è la prima strategia da adottare per mantenere sana la bocca. Pratiche di igiene quotidiana e controlli periodici dal dentista e dall'igienista dentale sono due strumenti di prevenzione fondamentale", per la salute del sorriso e di tutto l'organismo. Affidarsi all'esperto, avverte Abbinante, è inoltre essenziale per riuscire a riconoscere gli "amici" dai "falsi nemici" della salute orale. Perché "anche su questa materia circolano fake news".

Qualche esempio? "L'errore più frequente è pensare che uno spazzolino sia tanto più efficace quanto più è duro o grande". Un altro pericolo è fidarsi degli "intrugli della nonna come limone e bicarbonato per denti più bianchi. In realtà l'effetto non è sbiancante - ammonisce l'igienista - bensì corrosivo".

Ecco allora amici e falsi amici di un sorriso sano:

AMICI

1) Il movimento rotatorio. La rotazione deve partire dalla gengiva per dirigersi verso il bordo dei denti, e la tecnica va adattata alla manualità individuale e alla salute complessiva del cavo orale;

2) Il momento giusto. Lo spazzolamento dei denti dovrebbe essere eseguito 20-30 minuti dopo aver mangiato, per permettere alla saliva di neutralizzare l'acidità di alcuni alimenti. Dopo l'assunzione di cibi acidi, è consigliabile sciacquare vigorosamente la bocca con acqua;

3) Lo spazzolino elettrico. Consente una pulizia più approfondita, arrivando dove quello manuale fa fatica; aumenta la consapevolezza nei confronti delle manovre di igiene orale, ed evita che si pratichi una pressione eccessiva;

4) Filo interdentale e scovolino. Il filo va introdotto delicatamente nello spazio fra un dente e l'altro; una volta inserito deve avvolgere lateralmente il dente aderendo a una singola superficie dentale ossia disegnando una C, e mosso lungo tutta la corona fino al colletto senza provocare sanguinamento, fastidio o dolore. Lo scovolino va scelto di dimensioni adatte allo spazio interdentale; va inserito dal basso verso l'alto per l'arcata inferiore e dall'alto verso il basso per quella superiore, e usato con movimenti orizzontali di 'vai e vieni'.

5) Il getto d'acqua casalingo. E' utile per un'iniziale rimozione grossolana dei detriti alimentari interdentali nei pazienti con apparecchi ortodontici o protesi fisse, e sembra favorire una riduzione del sanguinamento gengivale;

6) Nettalingua e probiotici per un alito più fresco. Lo spazzolamento della lingua va eseguito preferibilmente con un nettalingua specifico e movimenti ripetuti, ma delicati, dalla parte posteriore a quella anteriore del dorso. Un nuovo approccio prevede la somministrazione di probiotici da sciogliere lentamente nella bocca. Resta importante correggere la dieta, se ricca di alimenti alitogeni.

FALSI AMICI

1) Alimenti. Caffè e vino rosso, in dosi moderate, sono promossi dalla scienza per i loro effetti positivi sulla salute. Ma a livello dentale possono causare pigmentazioni in superfice, specie in assenza di un corretto spazzolamento che rimuova la placca batterica;

2) I rimedi casalinghi. Le ricette della nonna o gli alchemici intrugli che mixano alcuni ingredienti come bicarbonato e limone non sono la soluzione giusta per un sorriso più bianco. Al contrario, favoriscono la progressiva perdita dello smalto che risulterà abraso ed eroso.

3) Un dentifricio qualunque. Uno non vale l'altro. Perché sia efficace, deve essere adatto alle condizione di salute del cavo orale. Meglio dunque farsi consigliare da esperti del settore, sia perché esistono dentifrici adatti a chi soffre di determinate patologie, sia per evitare effetti inattesi come reazioni allergiche, sensibilizzazione delle mucose orali o danno dello smalto;

4) Lo spazzolino duro. La durezza delle setole non è sinonimo di migliore detersione e rimozione della placca. Esistono spazzolini differenti, con setole più o meno morbide e di diverse dimensioni, che l'esperto saprà indicare in base alle condizioni di salute orale di ogni persona;

5) Più forte non significa meglio. Quando ci si lava i denti, fare troppa pressione non vuol dire pulire di più, ma far male alle gengive. Spesso il sanguinamento è la spia di un disturbo gengivale come la gengivite, e in questo caso è utile rivolgersi al dentista o all'igienista dentale;

6) Cuore di mamma. Se la madre ha un alto rischio di carie, lo può trasmettere al figlio. Da parte della mamma, è sempre prudente evitare la condivisione del cucchiaio della pappa o la detersione del succhiotto con la propria saliva. Il bambino non va abituato ad addormentarsi con succhietto impregnato di miele o il biberon pieno di bevande zuccherate, e i cibi zuccherini andrebbero consumati solo durante i pasti e non come spuntini. Educare in questo senso anche nonni e baby-sitter.

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