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Spina bifida curata in utero, a Milano primo intervento d’Europa

22 giugno 2018 | 14.14
LETTURA: 7 minuti

Spina bifida curata in utero, a Milano primo intervento d’Europa

Spina bifida curata in utero al Policlinico di Milano. "Si tratta del primo intervento di questo tipo in Europa", annunciano dalla Fondazione Irccs dove sono stati operati due feti alla 25esima settimana di gestazione, riparando il difetto. In sala un'équipe multidisciplinare guidata da Nicola Persico, esperto di riferimento per la chirurgia fetale, e dal chirurgo neonatale Francesco Macchini.

Il primo intervento - riferiscono da via Sforza - è stato effettuato martedì 19 giugno su una donna proveniente da un'altra nazione europea, il secondo mercoledì 20 su un'italiana seguita da tempo presso la clinica Mangiagalli, mentre un terzo intervento è già previsto fra 2 settimane. Ogni operazione è durata circa 5 ore e ha coinvolto chirurghi fetali e pediatrici, anestesisti e ginecologi, oltre a uno staff infermieristico dedicato.

Per affrontare quello che viene definito come "un intervento record", gli esperti del Policlinico sono stati anche all'Albert Einstein Hospital di San Paolo, in Brasile, per confrontarsi con Denise Lapa Pedreira, inventrice della tecnica chirurgica e considerata la maggiore esperta mondiale di spina bifida. La specialista ha partecipato ai due interventi in Policlinico, prima come guida e poi come osservatrice, in modo da assicurare il migliore risultato".

La spina bifida è un grave difetto della colonna vertebrale e del midollo spinale. In Italia si conta un caso ogni 10 mila nascite, il che significa che ogni anno sono almeno 50 i piccoli colpiti. I due feti operati al Policlinico erano affetti alla variante detta mielomeningocele, "una delle più gravi". In generale, "quando non è mortale" la spina bifida porta a "disabilità, paralisi e disturbi neurologici", sottolineano gli specialisti milanesi, convinti che il nuovo intervento possa "cambiare radicalmente la qualità di vita di questi bimbi".

Permette infatti di curarli prima che vengano alla luce, inserendo strumenti sottilissimi direttamente nell'utero della mamma. "Gli interventi sono perfettamente riusciti - assicurano i medici - Ora bisognerà attendere la nascita dei due bimbi per poter confermare il pieno successo delle cure". I due fiocchi sono attesi "tra fine agosto e inizio settembre", quindi "si dovrà aspettare ancora qualche mese - afferma Enrico Ferrazzi, direttore della Ginecologia e del Mangiagalli Center del Policlinico - L'obiettivo è prolungare le gravidanze il più possibile, monitorarle nel tempo e verificare il pieno successo degli interventi record effettuati in utero. Con la certezza di aver dato una speranza in più a questi bimbi, insieme a una migliore qualità di vita".

"Oggi - spiega Persico - è possibile intervenire chirurgicamente sul feto già durante la gravidanza, in modo da minimizzare i danni di una patologia al momento della nascita o addirittura salvare la vita di un bimbo che altrimenti potrebbe non nascere. In Policlinico è stato possibile creare un vero e proprio percorso specializzato nella più delicata delle chirurgie, che da tempo accoglie donne da tutta Italia, raddoppiando le possibilità di sopravvivenza di molti bambini che stanno affrontando delle difficoltà per venire al mondo".

In passato, puntualizzano gli esperti, già "alcuni hanno applicato tecniche per operare la spina bifida direttamente nel grembo materno, ma aprendo l'utero ed esponendo il feto all'esterno, con tutti i rischi che questo può comportare. Quello che è stato fatto al Policlinico, invece, non ha precedenti in Europa: ciascun feto è stato operato con tecniche di chirurgia mininvasiva, introducendo nell'utero della madre strumenti sottilissimi (3 millimetri di spessore).

I chirurghi hanno operato grazie a un costante monitoraggio ecografico, raggiungendo la colonna vertebrale e riparando il danno". "L'attivazione di questo nuovo percorso in Policlinico diventerà un'offerta terapeutica unica in Italia ed in Europa", garantisce Ernesto Leva, direttore della Chirurgia pediatrica del Policlinico, che punta l'accento sul gioco di squadra. "La preparazione a questi interventi, rarissimi ed eseguiti in pochissimi centri a livello mondiale - precisa - è stata possibile grazie al lavoro in team di tutti gli specialisti e al supporto di un eccellente staff infermieristico. Un grazie va inoltre all'associazione Cieli Azzurri Onlus, da tempo al fianco del Policlinico per sostenere progetti a favore delle mamme e dei bambini, che ha sopportato le famiglie durante questo percorso".

"Interventi di questo tipo - commenta Simona Giroldi, direttore generale della Fondazione Irccs Policlinico - sono un'ulteriore conferma di quanto i nostri esperti siano un riferimento internazionale per la cura di patologie rare o estremamente complesse, in particolare per la medicina e chirurgia fetale, grazie alla quale operiamo con successo patologie come l'ernia diaframmatica e siamo in grado di affrontare casi che altrove non avrebbero una cura".

LA PAROLA AL CHIRURGO - " Con questo intervento ci confermiamo ancora di più fra i pochi e i migliori centri di chirurgia fetale nel mondo". Parola di Ernesto Leva, direttore di Chirurgia pediatrica al Policlinico di Milano, coordinatore del progetto che nei giorni scorsi ha permesso di operare direttamente in utero due feti con spina bifida, alla 25esima settimana di gestazione. "E' la prima volta in Europa - spiega l'esperto all'AdnKronos Salute - che per intervenire su questa malformazione viene utilizzata una tecnica di chirurgia fetale completamente 'chiusa'", cioè che non prevede l'apertura dell'utero e l'esposizione all'ambiente esterno. "Un grosso vantaggio in termini di mini-invasività e di sicurezza".

"Tutto è partito - racconta il chirurgo - grazie al dottor Nicola Persico", uno dei due 'camici verdi' a capo dell'équipe multidisciplinare in sala operatoria per i due interventi record. Persico è fra i massimi esperti di chirurgia fetale, ed è con lui che "6-7 anni fa è stato deciso di dar vita a un centro specializzato su questo fronte". Una realtà che si inserisce in quello che Leva chiama un ospedale nell'ospedale: "Un Policlinico pediatrico dentro un Policlinico generalista con 600 anni di storia alle spalle - ricorda lo specialista - e un'esperienza più che centenaria in campo neonatologico, con la clinica Mangiagalli".

Un know-how che consentirà di 'fare rete' attorno ai due bimbi protagonisti degli interventi del 19 e del 20 giugno. "E' importante infatti precisare - puntualizza Leva - che questa operazione va a migliorare alcuni aspetti della patologia, come l'idrocefalo e la motilità degli altri", ma non guarisce. Per il difetto vertebrale che presentavano i due feti, colpiti da una delle varianti più gravi di spina bifida, i due bimbi rischiavano di non nascere o comunque "di sicuro avrebbero riportato notevoli danni neurologici e di funzione della vescica". Problemi che il nuovo intervento in utero ha cercato di minimizzare.

Per apprendere la metodica utilizzata, ideata dalla brasiliana Denise Lapa Pedreira presente ai due interventi meneghini, "sono andati a formarsi sul posto, all'Albert Einstein Hospital di San Paolo, quattro medici del Policlinico: due ginecologi, un chirurgo pediatra e un anestesista", prosegue Leva. "Abbiamo scelto di specializzarci in questa tecnica chiusa perché era quella che ci convinceva di più - ribadisce l'esperto - offrendo alla donna un grosso vantaggio in termini di sicurezza".

"Una delle due pazienti era seguita da tempo in Mangiagalli - conferma il medico - mentre l'altra è arrivata da un altro Paese europeo da dove aveva preso contatti con Denise Lapa Pedreira". Al termine del percorso di apprendimento "è stato deciso di operarla da noi". In definitiva, "entrambe le mamme si sono affidate alla Mangiagalli che oggi rappresenta il punto di riferimento principale in Italia per le tecniche di diagnosi prenatale e chirurgia fetale".

L'intervento alla spina bifida va infatti ad allungare la lista delle operazioni in utero che il Policlinico di Milano già offre: "Il trattamento dell'ernia diaframmatica, la trasfusione fetale tra gemelli, il posizionamento di drenaggi nella vescica o nel torace. Per la chirurgia fetale dell'ernia diaframmatica e per questo nuovo intervento sulla spina bifida rappresentiamo una realtà unica", conclude Leva tornando a evidenziare "il sostegno fondamentale della direzione" della Fondazione Irccs di via Sforza "e il prezioso contributo di Cieli Azzurri Onlus, che collabora con noi su diversi progetti innovativi".

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