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Bulgaria

In Europa la peste dei ruminanti

03 luglio 2018 | 18.27
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(FOTOGRAMMA)
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Le autorità bulgare hanno accertato la presenza di peste dei piccoli ruminanti (Ppr) in tre aziende ovi-caprine nel villaggio di Voden, regione di Yambol, a circa 10 chilometri dalla frontiera turca. La conferma è arrivata dalle analisi effettuate dal Laboratorio europeo di riferimento. Si tratta della prima notifica in assoluto nel territorio dell'Unione europea, come evidenzia il ministero della Salute italiano.

La Ppr - ricordano da Lugotevere Ripa - è una malattia altamente contagiosa che colpisce ovini, caprini e ruminanti selvatici, endemica in molti Paesi dell'Africa, Medio Oriente e Asia. In Turchia ha fatto la sua comparsa nel 1992 nell'Anatolia sud-orientale, diffondendosi poi rapidamente in tutte le regioni. Si manifesta con un andamento acuto caratterizzato da febbre, anoressia, scolo nasale e oculare, erosioni e ulcere delle mucose dell'apparato digerente, diarrea e marcata leucopenia con immunosoppressione. Gli animali gravidi possono abortire. I tassi di morbilità e mortalità sono variabili, ma possono raggiungere, rispettivamente, il 100% e l'80-90%. La malattia si trasmette generalmente per contatto diretto con animali infetti o con le loro feci e secrezioni fresche. Nelle carni fresche refrigerate il virus può sopravvivere per alcuni giorni.

"Non è una zoonosi e non comporta alcun rischio per la salute umana - precisano dal ministro - tuttavia l'impatto economico per le comunità rurali basate sulla pastorizia può essere devastante", contribuendo nei Paesi meno sviluppati ad aggravare situazioni di povertà, malnutrizione e instabilità sociale. Per questa ragione la Fao e l'Oie hanno lanciato un programma congiunto per giungere all'eradicazione globale della malattia entro il 2030.

Le autorità bulgare hanno già messo in atto le misure previste dalla Direttiva 92/119/Cee, tra cui l'abbattimento e la distruzione degli ovi-caprini presenti nelle aziende infette (stamping out), seguito da pulizia e disinfezione. Queste misure sono accompagnate dalla definizione di una zona di protezione e di una zona di sorveglianza, rispettivamente di almeno 3 e 10 Km di raggio, e da restrizioni al movimento di animali vivi e prodotti derivati. La vaccinazione è consentita solo come intervento complementare ad altre misure di controllo e a seguito di autorizzazione della Commissione europea.

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