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Sanita': 'cuore matto' per 1 mln di italiani, meta' senza cure anti ictus (2)

31 marzo 2014 | 17.00
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(Adnkronos Salute) - Per superare i limiti del warfarin sono disponibili anche in Italia 3 nuovi anticoagulanti orali (rivaroxaban, dabigatran e apixaban) più maneggevoli e sicuri: dosaggio fisso, pochissime interazioni, basso rischio emorragico. Utilizzando uno di questi prodotti per raggiungere anche il 50-65% di pazienti con fibrillazione atriale che oggi ha un cosiddetto "bisogno clinico non soddisfatto, gli esperti calcolano "una più efficace prevenzione degli ictus, quantificabile in circa 11 mila casi evitabili all'anno - prosegue Capizzi - che corrisponderebbero a un risparmio per il Ssn di circa 230 milioni di euro. Si stima infatti che il costo medio annuo per paziente colpito da ictus a carico del Ssn sia di circa 20 mila euro, mentre ammontano a circa 30 mila euro i costi medi annui per paziente a carico della famiglia (6 mila euro) e della collettività (24 mila).

Indicazioni utili a migliorare la gestione dei pazienti con fibrillazione atriale arriva anche dal Dmo (Disease Management Optimization), un'analisi che permette di studiare nuovi modelli organizzativi per patologie definite "rilevanti", che colpiscono un italiano su 4 assorbendo il 60% della spesa sanitaria. Si dimostra così che "si può vincere la sfida di assicurare a questi pazienti un'assistenza migliore e l'accesso alle nuove terapie disponibili", assicura Volpe. "Le positive esperienze realizzate con il Dmo in Puglia, Toscana e Sicilia - riferisce - mostrano che le specificità locali non sono una barriera. In ogni contesto è possibile identificare una o più modalità d'azione e intervenire per gestire al meglio la fibrillazione, ridurre il numero di ictus, i tassi di mortalità e disabilità, senza investimenti aggiuntivi. Gli interventi posso essere campagne di screening mirato, protocolli per la gestione delle aritmie, percorsi per potenziare l'appropriatezza, sviluppo di modelli hub & spoke delle Stroke Unit, alle quali ancora oggi l'83% degli italiani colpiti da ictus non riesce ad accedere".

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