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Sanita' Lazio: lavoratori Cefi Ciampino, no a chiusura, Regione intervenga

31 marzo 2014 | 15.38
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Roma, 31 mar. (Adnkronos Salute) - Il CeFi, il centro di riabilitazione ambulatoriale e domiciliare, operativo da circa 30 anni sul territorio di Ciampino, sta per chiudere. Quaranta dipendenti, fra terapisti, amministrativi e medici, da oltre un anno lavorano senza percepire stipendio, per non far pagare le conseguenze ai pazienti, con vari gradi di disabilità, che rimarrebbero senza riabilitazione. Ma adesso la misura è colma. E i lavoratori chiedono alla Regione Lazio "un intervento per avere quanto ci spetta, ma anche per trovare una soluzione che permetta centro di continuare a esistere", si legge in un volantino distribuito dai dipendenti del CeFi.

"Con la chiusura del centro", accreditato dalla Regione, "non solo le lavoratrici e i lavoratori rimarranno disoccupati - sottolinea il volantino firmato anche dal Clap (Camere del lavoro autonomo e precario) - ma rimarranno senza terapia i pazienti che si vedranno costretti a mettersi in lista d'attesa in altri centri e, soprattutto, spariranno 143 posti di riabilitazione".

"Abbiamo continuato a impegnarci nel nostro lavoro - scrivono ancora i dipendenti - pur senza ricevere lo stipendio, consapevoli dell'importanza del nostro servizio. La vita quotidiana, però, le tasse, il mutuo non ci permettono di continuare oltre. Abbiamo il diritto di ricevere quello che ci spetta per il lavoro svolto e soprattutto abbiamo il diritto e il dovere di batterci perché quello che abbiamo portato avanti con impegno e fatica non vada perso. Il CeFi non deve chiudere", concludono, annunciando l'intenzione di convocare un sit-in sotto la sede della Giunta regionale del Lazio.

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